Dio non è morto! #pentecoste

Dio non è morto, certo che no! Oggi più che mai, in questo tempo in cui attendiamo la pentecoste sentiamo l’esigenza di testimoniare, di annunciare che dopo la Resurrezione Gesù è vivo, manda il suo Spirito in modo tale che la nostra fede rimanga in piedi. Ecco appunto che Dio non è morto, vive in noi. Oggi vi voglio parlare di questo a partire da un film, anzi di due, che portano questo titolo: “God’s not dead”.

Il primo film narra la storia di un giovane ragazzo cristiano, Josh, con una bella fidanzata, che si iscrive all’università di legge. Uno dei corsi del primo anno che sceglie di frequentare è filosofia. Il docente di questo corso è un ateo incallito e durante la prima lezione fa scrivere e firmare ai suoi alunni un foglio che riporta le parole “Dio è morto”. Josh, tuttavia, si rifiuta di rinnegare la sua fede e accetta la sfida di dimostrare al professore e soprattutto ai suoi compagni di corso, che saranno poi la giuria, che Dio non è morto. Sarà una sfida all’ultimo sangue, e soprattutto una sfida ad armi impari: il professore ha dalla sua parte molti anni di esperienza in campo di insegnamento e una profonda convinzione che Dio non esista oltre al fatto che tutti gli altri studenti del corso appoggiavano la sua convinzione. Josh, dalla sua parte ha solo la fede (a un certo punto la sua ragazza lo lascerà per timore che la reputazione e la carriera di Josh possano risentirne) e i consigli di un pastore (il film è protestante, ma narra molto bene la tematica della fede) che lo aiuterà a portare avanti la sua lotta. Il finale lo lascio a voi, se vorrete. A me ha fatto riflettere il fatto che un ragazzo di vent’anni circa, poco meno, invece di rinunciare e di “spianarsi la strada” (si trattava “semplicemente” di ammettere che Dio non esisteva) sceglie di difendere la sua fede. Noi saremmo in grado?

Passo invece a parlarvi velocemente del sequel che, a mio avviso, è ancora più bello: una professoressa cattolica viene denunciata dalla scuola in cui lavora per aver risposto a una domanda posta da una studentessa parlando di Gesù Cristo in classe. Il giovane avvocato che la difende deve trovare la strategia giusta per cercare di assolverla, in quanto l’avvocato dell’altra parte è molto più esperto di lui e più convincente (e il giudice è ateo). Grace, questo è il nome dell’insegnante di storia, non si abbatte e non accetta di scusarsi o di ammettere di aver sbagliato, continua a sostenere di non aver fatto proselitismo ma di aver semplicemente risposto ad una domanda di una studentessa, creando tra l’altro un parallelismo con il personaggio storico del momento. Quando sembra che tutto vada storto, quando pare che anche la speranza di Grace inizi a vacillare, le cose si aggiusteranno e riusciranno a dimostrare che Dio non è morto. Anche qui, la professoressa avrebbe potuto lasciar perdere, scusarsi per chiudere la questione, invece sceglie di rischiare di perdere il posto di lavoro oltre che la casa e tutti i beni, per difendere il suo credo.
Prendiamo spunto da loro, impariamo anche noi ad affermare che in ogni situazione – anche in quelle più scomode o quando ci costa dirlo – perché potremmo essere derisi- che Dio non è morto!

Prepariamoci alla venuta dello Spirito Santo con questa certezza.

Lucia Viero

2 risposte a "Dio non è morto! #pentecoste"

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  1. Il primo film è un po’ debole nella sua componente apologetica e poi ha un finale un po’ inverosimile, molto viscerale e protestantico. Il secondo è decisamente migliore, soprattutto per la partecipazione di diversi dei più importanti apologeti cristiani a stelle e strisce che nella pellicola interpretano se stessi. Ad esempio, quel J. Warner Wallace che ad un certo punto compare sul banco dei testimoni come perito di parte è veramente un importante autore statunitense di libri di apologetica ed è davvero un ex-investigatore della omicidi che ha applicato con i Vangeli le tecniche che insegnano a Quantico ai detective per metterli in grado si saper valutare l’attendibilità dei testimoni oculari e che, da ateo, grazie a ciò si è convertito al cristianesimo, scrivendo poi uno dei più formidabili libri apologetici degli ultimi cinquanta anni.

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