Il mistico Sabato Santo.#sabatosanto #quaresima2023

Riflessione:

Cristo è la nostra Pasqua perché muore con noi

Il Signore, pur essendo Dio, si fece uomo e soffrì per chi soffre, fu prigioniero per il prigioniero, condannato per il colpevole e, sepolto per chi è sepolto, risuscitò dai morti.

Melitone di Sardi, Omelia sulla Pasqua.

Cristo non si limita a morire per noi, incarnando il simbolismo della vittima sacrificale; egli muore con noi.

È l’esperienza del cosiddetto “buon ladrone”; un particolare del Vangelo di Luca: «Oggi con me sarai nel paradiso» (Lc 23,43).

Non dobbiamo pensare alla realtà escatologica, alla vita oltre la morte; Gesù in effetti non andrà in paradiso, ma agli inferi[1].

Il paradiso che l’Evangelista mette sulle labbra di Gesù ha il suo precedente scritturale nell’Antico Testamento: il greco paradeisos è impiegato dai traduttori giudeo-alessandrini per indicare il giardino di Eden, ossia il “luogo” della relazione armoniosa tra il Creatore e l’umanità: «Poi il Signore Dio piantò un giardino [παράδεισον] in Eden…» (Gen 2,8 LXX)[2].

La parola “paradiso” pronunciata da Gesù va intesa nella sua accezione mitica; vuol indicare cioè non l’aldilà, ma l’imminente ristabilimento della communio originaria tra Dio e l’uomo: «Non muori da solo, sarai con me… saremo sepolti insieme», sta dicendo al buon ladrone.

Gesù, asseriamo ricalcando il linguaggio mitico, è colui che riapre l’accesso al giardino di Eden, il paradiso delle origini, e la sua croce assume il simbolismo dell’albero della vita (cf. Gen 3,22-23)[3].

[…] egli è passato davvero per la sepoltura! Davvero Gesù è il Buon pastore che, in virtù della risurrezione, ci prende su di sé e ci accompagna per la «valle oscura» del “passaggio ultimo” (Sal 23[22]); non a caso, quella del Buon pastore è tra le immagini più note nelle catacombe.

Disse Gesù ai discepoli nell’Ultima cena:

Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via. […] «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,3-4.6a).

Queste parole trascendono il tempo cronologico e sono rivolte a ogni uomo, poiché Cristo è morto e risorto per tutti.

Azione:

Mi preparo evitando distrazioni e in silenzio alla Notte Sacra di Gesù.


[1] Cf. 1 Pietro 3,19 e Nota a Efesini 4,9 di La Bible de Jérusalem, 1998, in La Bibbia di Gerusalemme.

[2] Offro qualche spiegazione in più ne Il mistero degli inizi. Un percorso filosofico nei racconti di creazione, Prefazione di L. Mazzinghi, Armando, Roma 2022.

[3] Evidenziamo a tal proposito che la croce era realmente un albero: privato delle fronde, diveniva lo stipes, il palo verticale sul quale issare quello orizzontale, il patibulum (cf. C. Doglio, La croce…, p. 18).


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