L’albero di Cristo fruttifica nell’amore e vince il male. #teologia #ciprianoricotti

Leggiamo questa bellissima meditazione sul male e la Croce di Cristo, ad opera del padre Cipriano Ricotti OP.

“Il male ha un solo nome e una sola sorgente: l’orgogliosa affermazione del proprio “io”, sia individuale che sociale, da cui si derivano infiniti, funesti canali. Il male perciò non è nelle cose, che Dio ha create “buone”, ma – come afferma Gesù – nel cuore dell’uomo” (Mt 15, 19).
La rivelazione cristiana però ci dice che dietro l’uomo c’è un misterioso e tremendo potere – il “Potere delle tenebre” (Lc 22, 53), il quale si serve dell’egoismo umano per distruggere l’opera di amore e di salvezza di Dio.
Ci sono nella storia realtà che è difficile spiegare unicamente con la cattiveria del cuore umano. Il fatto che la verità non solo non riesca a imporsi ma venga derisa e fatta passare per falsita; che il male (almeno esternamente) trionfi sul bene e sulla giustizia; il fatto che Gesù, il Messia tra gli uomini, sia stato calunniato, deriso e ucciso in croce e che ci si sia da ogni parte accaniti contro la sua opera, incarnata nella Chiesa portatrice di santità e di pace, tutto ciò non può avere una spiegazione naturale. La mente umana, infatti, per quanto accecata dalla menzogna, tende alla verità; la volontà dell’uomo anche se spesso schiava del male, aspira al bene, e il cuore dell’uomo non è così perverso e crudele quanto molti indicibili fatti farebbero supporre vien da pensare a una realtà che supera l’umana misura. L’uomo più che protagonista, e vittima di se stesso, ma piu ancora e strumento e servo di una potenza malvagia. “Chi commette il peccato è schiavo del peccato, ha detto Gesù (Gv 8, 34) e con queste parole egli ci permette di intravedere chi è colui che manovra tanta parte della storia umana. Cosi il male assume l’aspetto e le proporzioni di un “mysterium iniquitatis” origine del quale – secondo le espressioni della S. Scrittura – è “l’avversario”, il “seduttore”, “l’omicida”, “colui che ha il potere della morte”
In questo tragico quadro della storia umana si colloca la redenzione operata da Cristo, che è liberazione dell’uomo dal peccato, e vittoria sulla morte e su colui che della morte ha il potere.
La rivelazione cristiana presenta la vita e la morte di Cristo come una dura lotta contro il male e particolarmente contro il “Maligno”. Il combattimento comincia all’inizio della vita pubblica nel deserto. Gesù non sarà il Re-Messia-Signore del mondo, come gli suggerisce il demonio, ma il servo di Jahvé, venuto “non per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto per la moltitudine” (Mt 20, 28).
La lotta prosegue con la guarigione dei malati e soprattutto con la liberazione degli indemoniati. Sono il segno che il regno di Satana sta per finire (Lc 10, 17-20), ma raggiunge il punto culminante nella Passione.
La sofferenza, il versamento del sangue e la morte non hanno per se stessi un valore di redenzione. Il sangue di Cristo ci salva perchè è strumento del suo infinito amore per il Padre e per noi. Infatti al momento di consegnarsi ai suoi nemici, egli afferma: “Non parlerò più a lungo con voi, perchè viene il ‘principe di questo mondo’; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato” (Gv 14, 30-31). Cristo dunque ci salva con il suo amore e con la sua ubbidienza: “Come per la disobbedienza d’uno solo [Adamo] tutti sono stati costituiti peccatori, così per l’ubbi-dienza di uno solo [Cristo] tutti saranno costituiti giusti” (Rm 5, 19).
Dunque è l’amore che salva, redime, vince il male e il peccato. Certo l’uomo può ancora essere assoggettato al potere del peccato, può lasciarsi dominare dall’egoismo e dall’orgoglio; ma, se vuole, può liberarsene. Basta che egli si affidi a Cristo salvatore, con la fede in lui e si lasci rinnovare con profonda umiltà nel battesimo e nel sacramento della riconciliazione.
Il male appare oggi come un fiume in piena che straripa da ogni parte e semina dappertutto distruzione e morte […] anche se sembra che il misterium iniquitatis debba travolgere ogni argine […] la fede ci dice che la realtà è diversa: con la sua morte Cristo ha vinto il peccato, la morte e il demonio. L’alberto di Cristo fiorisce e fruttifca nella santità cristiana, cioè nella nascita d’una umanità nuova, che ha per legge l’amore. “

(tratto da Domenicani, anno XXI, 1987)

Foto di mbll da Pixabay

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