Donne e Chiesa. Sacerdozio femminile? L’esempio di Santa Caterina da Siena.#caterinadasiena #donne

In una recente intervista, il Santo Padre, chiudendo le possibilità all’ordinazione femminile, sottolinea, al contempo, il ruolo peculiare della donna nella Chiesa. Il Papa, infatti, ribadisce che sono loro quelle che portano avanti “tutti i tipi di cambiamenti”, perché “sono più coraggiose degli uomini” e “sanno come proteggere al meglio la vita”.

Personalmente sono d’accordo con Sommo Pontefice: dare spazio alle donne nella Chiesa significa rispettare la loro peculiarità ed evitare che ‘imitino’ funzioni e ruoli degli uomini.

Prendiamo ad esempio il mondo del lavoro. Da un lato, la possibilità di ricoprire ruoli addirittura più prestigiosi, (difficilmente più retribuiti) degli uomini. Ha dato alle donne autosufficienza economica e poi la possibilità di realizzare aspirazioni e passioni. Dall’altro, il processo non è stato indolore e senza sacrifici. Questo perché le donne si sono dovute, per molto tempo, adattare a modelli di ruolo e comportamento, studiati pensati e creati su modelli maschili.

Fatto sta che molte donne devono rinunciare o sono penalizzate al lavoro se mettono al mondo un figlio o se si dedicano alla famiglia in generale. Certo ci sono donne che non hanno figli anche per scelta e si dedicano felicemente al lavoro, ma sono una minoranza della popolazione globale. Se torniamo, alla questione femminile nella Chiesa, dobbiamo partire da un assunto: il fondamento della Chiesa è Cristo, dunque si vive la Chiesa perché  si vive la Fede in Cristo Signore con pienezza. Ed in cosa si traduce questa pienezza? Se crediamo veramente che nasciamo perché Dio si vuole manifestare in noi in forma originale ed unica, la pienezza corrisponde al nostro vero essere, che è in armonia con Dio e risponde al progetto di Dio.

La vita ecclesiale di tutti, uomini e donne, parte da questo presupposto irrinunciabile.

Quindi, già vivendo una vita ordinata, di preghiera e di frequentazione dei Sacramenti con Fede, siamo ad un ottimo punto. Se una donna sente un profondo desiderio di Dio e vuole contribuire al bene della Chiesa, può scegliere tante strade: ci sono tante forme di consacrazione a Dio nella Chiesa, da quelle classiche (suore) a quelle più moderne (consacrazioni laicali in istituti o private). Molte di queste donne, spesso straordinarie, sono punto di riferimento umano e spirituale per molte persone

Ci sono poi donne che, pur sentendo un forte desiderio di vivere una vita di Fede profonda al servizio della Chiesa, non avvertono la necessità di una vita consacrata “tradizionale”. Una di queste era S. Caterina da Siena, una giovane dal carattere deciso ma non autoritario, dolce, profondamente radicata in Cristo e profondamente amante della Chiesa.

Immagine su gentile concessione di giodom.org

Una donna che non si è voluta sposare e neanche entrare in monastero, che ha vissuto con quella libertà di anima e Spirito tipica di chi pone il suo fondamento nell’Amore del Signore. Nella sua breve vita dedicata a Dio ed al prossimo, ha servito in modo esemplare Cristo e la Chiesa ed i suoi insegnamenti, (S. Caterina è Dottore della Chiesa)  hanno giovato a molti di quelli che entravano in contatto con lei. Caterina è vissuta nel Trecento, epoca in cui certo le donne non avevano vita facile. Eppure, è riuscita a vivere la sua peculiarità di  donna e di credente con grande forza e dignità. Come S. Caterina e ci sono state nella storia, tante donne, capaci e volitive che, ponendo il fondamento della propria identità in Gesù Cristo, hanno fatto molto bene al prossimo ed alla Chiesa.

La questione femminile nella Chiesa non sembra tanto quella del sacerdozio, quanto nella difficoltà, da parte delle donne stesse di trovare la propria identità all’interno della vita ecclesiale. Per fare questo sarebbe necessario innanzitutto pregare molto, la frequentazione dei Sacramenti, ed un profondo e radicale lavoro umano e spirituale su di sé stessi preferibilmente l’aiuto di un valido accompagnatore spirituale sia uomo, donna, laico o consacrato. Il resto poi lo fa lo Spirito Santo. Non si tratta di un lavoro facile, privo di difficoltà e sacrifici, ma di certo permette ad una donna di trovare una libertà interiore più autentica e viva che le consente di creare e ritagliare essa stessa un ruolo a propria misura nella sua comunità di riferimento

Come S. Caterina, molte donne  hanno “plasmato” la Chiesa per renderla più aderente a Cristo, senza dover per forza celebrare i sacramenti e, se i tempi cambiano…l’umanità rimane sempre la stessa.

Alberta Miele


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