Introduzione
Chi pensa alla Firenze domenicana inevitabilmente pensa anche ai domenicani più grandi: Antonino, La Pira, Savonarola e Michele Trivolis. Michele Trivolis? Detto anche Massimo il Greco è uno dei domenicani più importanti con un impatto abbastanza forte nel mondo slavo. Okay, ad essere sincero non era un domenicano nel stretto senso della parola „[…] né avendo sviluppato relazioni con l’Ordine domenicano all’epoca del suo soggiorno in Russia, per via della sua formazione fiorentina e del noviziato a S. Marco ai tempi di Girolamo Savonarola, Massimo testimonia con le sue opere e l’azione il decisivo influsso delle tendenze riformiste del frate ferrarese e del suo Ordine in Russia.”[1]
Vita
Michael Trivolis nacque circa nel 1470 nella città di Arta (Grecia), I suoi genitori assunsero l’onere della sua formazione, la quale, sembra, rispecchiasse il sistema di istruzione superiore bizantino. Lui stesso non aveva mai menzionato nulla oltre alle fonti greche della sua educazione iniziale. Negli anni 1490, studiò a Firenze, dove copiò manoscritti greci sotto la guida di Giovanni Laskaris e conobbe Aldo Manuzio. Trivolis visse in varie città italiane, tra cui Milano, Ferrara e Mirandola, dove insegnò greco. Nel 1502 entrò nel monastero di San Marco, ma lo lasciò nel 1503 a causa di malattia. Come redattore nella tipografia di Manuzio a Venezia, Trivolis svolse un ruolo chiave nella pubblicazione di libri greci. Aveva progetti per stampare libri liturgici, ma ciò non si concretizzò. Negli anni ’90 del Quattrocento si formò la prima comunità greco-ortodossa a Venezia. Il legame di Trivolis con la tipografia gli fornì stabilità intellettuale e le sue connessioni con gli studiosi contribuirono alla rinascita della conoscenza antica. Ritorna poi in Grecia nel 1506 e divenne monaco sull Monte Athos. Come esperto scriba e traduttore, si dedicò intensamente alla sua vita monastica e alla lingua slava. Su invito del Principe Basilio III, nel 1516 si recò a Mosca e tradusse importanti testi religiosi nel slavo – soprattutto il libro dei salmi perché la traduzzione della Bibbia gennadiana non risultava sodisfacente.[2] Però Massimo aveva solo alcune conoscenze di slavo ecclesiastico[3]. “Nonostante la sua ignoranza dello slavo, sorprendentemente, Massimo fu preferito ad altri candidati di origine slava, serba o bulgara, che già possedevano adeguate conoscenze linguistiche, non solo per la sua vasta dottrina, ma probabilmente con l’obiettivo di rinsaldare i legami fra la Chiesa russa, praticamente autocefala, e il patriarcato di Costantinopoli e orientare la politica estera dell’emergente stato moscovita”.[4] Pertanto, fu costretto a utilizzare il latino, poiché a Mosca nessuno capiva il greco. Dopo aver completato la traduzione dei Salmi e di vari commenti ad essi, apportò anche significative correzioni ai libri liturgici.[5]

Massimo il Greco è stato senza dubbio una figura complessa influenzata sia dalla tradizione occidentale, sia da quella orientale. Nella tradizione ortodossa, Massimo è stato soprattutto influenzato dalla teologia bizantina e dal monachesimo. Filosoficamente era (neo)platonico e rifiutava Aristotele. Nella tradizione occidentale, ha ricevuto principalmente l’influenza di Savonarola (e il Convento della riforma San Marco a Firenze) e del movimento degli Osservanti dei Domenicani. Ha condiviso la loro critica alla corruzione ecclesiastica e alla secolarizzazione della Chiesa. L’opera di Massimo il Greco ha avuto un grande impatto sullo sviluppo della cultura e della religione russe. È stato un importante mediatore della cultura occidentale in Russia e ha contribuito a riformare la Chiesa ortodossa.
Opere e Pensiero
Sintetizziamo il contributo di Massimo ed evidenziamo il suo plusvalore sistematico. La sua attività dimostra una profonda familiarità con le Sacre Scritture, abilità nell’interpretarle attraverso il pensiero patristico e l’utilizzo di argomentazioni filosofiche della tradizione scolastica. Il suo ruolo principale nella traduzione delle Scritture e della letteratura filosofico-teologica nella lingua russa ha reso possibile la diffusione della cultura bizantina in tutta la Russia. Il suo principale intento consiste nella diffusione del messaggio evangelico, con un particolare focus sugli aspetti etici come l’uso delle ricchezze e la condizione dei poveri. Egli si rivolge in modo costante ai religiosi, esortandoli a condurre una vita in sintonia con i loro voti, mostrando un evidente influsso di Savonarola.[6]

A questo punto ci dobbiamo chiedere sinceramente se Massimo il Greco riporta più l’idea savonaroliana della riforma osservante oppure l’idea di san Domenico? Nell’Epistola e nella Narrazione Massimo paragona gli Ordini mendicanti – cioè i Domenicani e i Francescani – e gli loda per la loro vita ascetica. La loro vita, proprio come quella delle prime comunità monastiche, si caratterizza per la stretta osservanza della legge del Vangelo e per la sua attuazione. È una vita fatta di digiuni, povertà assoluta e miseria volontaria, privazioni e duro lavoro, ed è abbracciata da uomini che, rinnovando l’esempio di Cristo, rigettano aristocrazia e ricchezze e si fanno mendicanti per servire umilmente la loro comunità. Secondo lui, l’umiltà e la purezza di vita sono le virtù distintive dei seguaci della regola di san Domenico[7]. Il loro convento rappresenta un luogo di armonia, fraternitàà, povertà e pace. La vita dei frati è costantemente dedicata alla salvezza delle anime.[8] Secondo Massimo, Savonarola addirittura aveva rinnovato l’esperienza terrena di Cristo fino al suo epilogo, affrontando l’accusa da parte di falsi testimoni, subendo un’ingiusta condanna, tormenti e infine l’esecuzione (cf. Mt 26-27).[9] È vero che Massimo elabora soprattutto i pensieri di Savonarola[10] ed è un fattore determinante nella sua opera, però Savonarola stesso era domenicano fino al midollo. Quindi a mio modesto avviso alla fine possiamo dire, che Massimo è più influenzato dalla tradizione intellettuale e dagli insegnamenti dell’Ordine domenicano nella sua attività che dal Savonarola.
In sintesi, possiamo allora dire che “nel suo lungo soggiorno in Russia Massimo seppe rileggerle nella chiave della tradizione bizantina in uno Spirito di concorrenza di ispirazione paolina nei confronti della tradizione occidentale domenicana, impegnandosi in un opera ampia e capillare […],”[11] dando un contributo unico al mondo slavo (specialmente quello russo).
Fr Daniel Benedetto M. Zucker OP

[1] Marcello Garzanti, Michaele Trivolis alias Massimo il Greco, Girolamo Savonarola e i Domenicani di S. Marco (Firenze), in: I domenicani e la Russia, , Roma, Angelicum University Press, Dissertationes historicæ, 2019, S. 41–74, S. 41.
[2] Neža ZAJC, Some Notes on the Life and Works of Maxim the Greek : (Michael Trivolis, ca 1470 – Maksim Grek, 1555/1556). Part 1: Biography, in: Scrinium, 11 (2015), Brill, S. 314–325.
[3] Per approfondire questo argomento: Neža ZAJC, The Byzantine-Poetic Path of the Works of St. Maximus the Greek (Mikhail Trivolis, *Arta, ca. 1470 – St. Maximus the Greek, †Moscow, 1556), in: Studia Ceranea, 8 (2018), S. 285–318.
[4] Marcello Garzanti, Michaele Trivolis alias Massimo il Greco, Girolamo Savonarola e i Domenicani di S. Marco (Firenze), in: I domenicani e la Russia, , Roma, Angelicum University Press, Dissertationes historicæ, 2019, S. 41–74, S. 63.
[5] Cfr. Gino K. Piovesana, Storia del pensiero filosofico russo, 988-1988, Milano, Edizioni paoline, 1992, S.19–20.
[6] Marcello Garzanti, Michaele Trivolis alias Massimo il Greco, Girolamo Savonarola e i Domenicani di S. Marco (Firenze), in: I domenicani e la Russia, , Roma, Angelicum University Press, Dissertationes historicæ, 2019, S. 41–74.
[7] „[T]ra i più onorabili, i più umili per indole e i più puri per forma di vita sono quelli della regola del loro padre e maestro Domenico.“ Citato da Francesca ROMOLI, Massimo il Greco e gli ordini religiosi dell’Occidente, Firenze, Firenze University Press, Europe in between. Histories, cultures and languages from Central Europe to the Eurasian Steppes, 2021, S.49.
[8] Cfr. Francesca ROMOLI, Massimo il Greco e gli ordini religiosi dell’Occidente, Firenze, Firenze University Press, Europe in between. Histories, cultures and languages from Central Europe to the Eurasian Steppes, 2021, S. 49-56.
[9] Cfr. Francesca ROMOLI, Massimo il Greco e gli ordini religiosi dell’Occidente, Firenze, Firenze University Press, Europe in between. Histories, cultures and languages from Central Europe to the Eurasian Steppes, 2021, S. 63.
[10] Cfr. Francesca Romoli, Girolamo Savonarola nella testimonianza di Massimo il Greco, in: Mediaevistik, 33 (2020), S. 183–212., Ovanes AKOPYAN, A sixteenth-century Russian Vita of Girolamo Savonarola, in: Renaissance Studies, 34 (2020), S. 803–815.
[11] Marcello Garzanti, Michaele Trivolis alias Massimo il Greco, Girolamo Savonarola e i Domenicani di S. Marco (Firenze), in: I domenicani e la Russia, , Roma, Angelicum University Press, Dissertationes historicæ, 2019, S. 41–74, S. 73.
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