Un mondo a parte #clubrecensione #clubfilm

Quando ho sentito che il nuovo film del regista Riccardo Milani, “Un mondo a
parte” del 2024, parlava del mondo della scuola ero felicissima, pur sapendo
che non mi sarei trovata di fronte ad un capolavoro come “Addio Mr. Chips” o
“L’attimo fuggente”, ero comunque fiduciosa. Per me che ho dedicato i miei
studi e la mia vita ai bambini, alla scuola, all’educazione di questi piccole
nostre speranze del futuro, era una vera gioia poter guardare un film che
parlava di questo meraviglioso mondo.
Un po’ le mie aspettative sono state in parte deluse, forse perché mi
aspettavo una maggior introspezione, una morale più accattivante, ma devo
ammettere che ho comunque trascorso una piacevole serata.
Michele, interpretato da un Antonio Albanese non al meglio delle sue
capacità, è un professore di una scuola romana stanco della vita che si
svolge nella grande città che sogna una vita più tranquilla, anela alla
meravigliosa, bucolica vita della provincia e così chiede ed ottiene un
trasferimento temporaneo a Rupe, un piccolo paesino sperduto della Val di
Sangro, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Qui si trova però di fronte ad una situazione tutt’altro che semplice, l’ambiente
è chiaramente ostile per un uomo di città quale lui è, c’è la neve altissima, fa
un freddo agghiacciante, ci sono i lupi che girano nottetempo nei terreni
antistanti il paese. Le prime notti per il maestro Michele sono un vero glaciale
incubo perché non ha la più pallida idea di come si accende una stufa a legna
e così è costretto a trascorrere il tempo con indossò numerose coperte per
ripararsi.
Ma il freddo non è l’unico problema a cui si trova a far fronte Michele…
La scuola in cui è stato trasferito è composta da una sola pluriclasse
composta da sette bambini di prima, terza e quinta classe e proprio per
questo rischia di essere chiusa, per venire poi accorpata alla scuola di un
paese vicino.
Ed è così che tutto il paese dovrà unirsi e lottare affinché questo non
avvenga.
È bellissimo assistere alla lotta di questo piccolo agglomerato di tante
persone, vite, storie, unite tutte dallo stesso desiderio, quello di non sparire in
nome della globalizzazione negativa a cui stiamo purtroppo assistendo giorno
dopo giorno nel nostro quotidiano.

Ogni giorno ci sono tantissimi paesi in Italia che si svuotano perché, essendo
abbandonati dallo Stato, vedono costretti i loro abitanti ad andarsene. Ma
pensiamo anche a quanta bellezza, cultura e tradizione muore insieme a
queste piccole realtà, costrette a scomparire nel macrocosmo rappresentato
da una società che guarda solo all’arricchimento personale e al potere.
Rupe rappresenta proprio uno di questi paesi, un mondo a parte, quello
legato alle nostre origini e tradizioni, un mondo che viene sempre più spesso
dimenticato e di cui a volte ci troviamo anche un po’ a vergognarci, invece di
proteggerlo.
L’ambientazione del film è senza dubbio il fiore all’occhiello di questa
pellicola, non occorre parlare di quanto sia bello il Parco Nazionale
d’Abruzzo, una meraviglia che lascia ad occhi aperti chiunque abbia la
fortuna di poterlo visitare e la pellicola rende onore a questo bellissimo posto,
ci si perde davanti alle immagini dei lupi, delle montagne innevate che fanno
sognare chi, come me, vive in una metropoli piena di macchine e smog.
Un altro particolare su cui voglio attirare la vostra attenzione è che la scuola in cui viene trasferito Michele è intitolata a Cesidio Gentile, detto Jurico un poeta pastore vissuto realmente in quel territorio e di cui vi consiglio di cercare la storia, che considero magica ed affascinante.
Alessandra Fusco


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