Il silenzio che prepara la Resurrezione #sabatosanto

Il Sabato Santo è il giorno del silenzio, un silenzio che parla, che pesa, che si fa preghiera. È il giorno in cui la Chiesa tace, sospesa tra il dolore della Croce e la speranza della Resurrezione, il giorno dell’attesa, dell’assenza, del sepolcro chiuso.

Gesù, il Figlio di Dio, è stato deposto nella tomba, Il Verbo si è fatto silenzio. Colui che ha risuscitato i morti giace ora come morto. La Parola, che ha creato il mondo, ora riposa nella terra. In questo giorno, la liturgia si ferma, l’altare è spoglio, i tabernacoli vuoti, il canto tace. Eppure, è in questo vuoto che Dio agisce misteriosamente.

Il Sabato Santo è il tempo del “discendere agli inferi”. La tradizione ci insegna che Gesù, nel silenzio della morte, è sceso negli abissi, là dove dimorano i morti, per portare la Luce a chi era nelle tenebre. È il giorno in cui Adamo ed Eva vengono tratti per mano dal Cristo, primo fra i risorti, in cui la salvezza attraversa l’ombra, dove nessuno pensava potesse giungere la speranza.

Noi, oggi, ci troviamo a vivere questo tempo sospeso. Sentiamo il peso del dolore, della morte, della mancanza, ma questo silenzio non è vuoto: è grembo. È il silenzio della terra che custodisce il seme, del cuore che aspetta il risveglio. È il tempo della fede nuda, della fiducia pura, che non ha appoggi, che non cerca segni, ma che si abbandona.

In questo giorno, la Madre di Dio ci guida. Maria è la prima credente che, pur nel dolore, custodisce nel cuore le parole del Figlio. È la donna del Sabato Santo: silenziosa, ferita, ma ferma nella speranza. In lei contempliamo la fede che non cede, la luce che non si spegne, l’amore che resta.

Il Sabato Santo ci insegna che la notte non è l’ultima parola. Che la tomba non è la fine. Che anche quando tutto sembra perduto, Dio è all’opera. La Risurrezione si prepara nel nascondimento, nella profondità, nel silenzio.

È in questo giorno di silenzio così spoglio e silenzioso che la fede autentica trova il suo banco di prova, il Sabato Santo ci chiama ad una fede che non vede, che non sente, che non tocca, è la fede del buio, dell’attesa, del sepolcro chiuso, della fede forse più vera.

Cogliamo l’occasione oggi e impariamo a non temere il silenzio. Impariamo a sostare accanto al sepolcro, come le donne del Vangelo. Impariamo a vegliare, a credere, a sperare. Perché dopo il buio viene il mattino, una pietra sarà trovata rotolata via. E la morte avrà perso la sua presa.

Oggi non celebriamo, ma attendiamo. Non proclamiamo, ma custodiamo. E in questo silenzio, impariamo a riconoscere la voce di Dio, che opera anche quando non lo vediamo, che salva anche quando non lo comprendiamo.

Il Sabato Santo è un invito alla pazienza, alla speranza, alla fede che non chiede segni. È il giorno che ci insegna a morire con Cristo, per poter risorgere con Lui. Che il silenzio di oggi diventi in noi dimora di Dio. Che questa notte prepari nei nostri cuori il giorno senza tramonto.

Alessandra Fusco


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