L’artiglio del diavolo – 2 #diavolo #gialloestivo

CAPITOLO II

La scena che si presentava agli occhi del povero amministratore era un raccapricciante groviglio di corpi e terrificante stupore: due donne e due uomini brutalmente assassinati e posti, completamente nudi, nell’angolo della camera in una posizione che ricordava un sacrificio pagano. L’odore acre e ferroso del sangue si mescolava a quello della polverosa moquette e dello scarico del bagno; il colore del sangue si estendeva come una raggiera sul muro e sul pavimento partendo da quell’orrore centrale.
Si trattava senza dubbio di un’esposizione simbolica. I corpi erano stati posti lì per dire qualcosa: emergeva la forza delirante di una coscienza con un suo preciso, tormentato disegno.
Il commissario Salaris arrivò, accompagnato, come al solito, dal suo assistente e amico Brera. Iniziò a scandagliare lo spazio intorno per notare e annotare ogni piccola cosa. Sapeva che nel dettaglio il male nasconde la sua firma.

«Cosa pensa commissario?» – chiese l’agente Brera

«Niente di buono». La voce cupa e riflessiva del commissario rintronò, gelida, nella stanza come una sentenza.

«Quando ha trovato i corpi?» – chiese il commissario, rivolgendosi all’amministratore.

«Cooo…mmmissario – rispose l’amministratore in evidente stato di shock – queeee…ssta mattina sono stato contattato da uno dei condomini…».

«Respiri…stia tranquillo…» – disse pacato il commissario cercando di calmare il suo interlocutore. «So quanto possa essere difficile parlare in questo momento, ma è necessario».

«…sì…dicevo…sono stato contattato questa mattina, verso le 8:30, da uno dei condomini, il signor Perni… vive al terzo piano … e…dicendo di non…non aver visto la signorina Lynett per una settimana e di sentire uno sgradevole odore provenire dall’appartamento. Mi sono precipitato e quando ho aperto…».

«…ha visto questo orrore» – disse il commissario, completando la frase dell’amministratore.

L’orrore aveva molti volti e il commissario ne aveva incontrati parecchi. Questa volta, però, c’era qualcosa di diverso: le figure erano state sacralizzate da quel rito, poste in una specie di dimensione onirica dall’assassino. Era importante riflettere, capire. Paradossalmente, per quanto potesse sembrare irrazionale, anche quella crudeltà celava una ragione.

«Commissario, guardi qui» – disse Brera.

A terra c’era qualcosa. Avvicinandosi, i due si resero conto che, in realtà, si trattava di una piccola statua di vimini. Era di certo un messaggio – pensò tra sé il commissario.

«Repertiamo l’oggetto, Brera. Io vado fuori per parlare con il signor Perni».

Giunto sul pianerottolo, il commissario si trovò il volto incuriosito e sbigottito di Perni: dinanzi all’esperienza del male il cuore talvolta sente crescere un doppio movimento di fascino e repulsione e quell’uomo ne era la prova tangibile.

«Buongiorno!» – disse con distacco il commissario. «L’amministratore ci ha riferito che è stato lei ad avvertirlo. Mi può dire i suoi rapporti con la vittima?». Il commissario aveva compreso, a proprie spese, l’importanza di non dire sempre la verità tutta intera. Non c’era bisogno di spiegare al curioso dirimpettaio la situazione e il macabro ritrovamento.

«Beh, eravamo vicini di casa. Niente di più».

«E la vedeva spesso?».

«Sì, abbastanza…cioè…ci incrociaaa…vamo come tutti i vicini».

«Presumo che si sia preoccupato dopo aver sentito lo sgradevole odore…».

«Sì, soprattutto per quello, ma come le dicevo, ci incrociavamo spesso e non vederla per una settimana…certo, ho pensato, forse è in vacanza…ma come diceva l’odore sgradevole…niente, ho chiamato l’amministratore percontrollare».

«Ha fatto bene. Senta, ha mai visto la donna in compagnia?».

Appena udite le parole del commissario, il volto del signor Perni divenne paonazzo e seguirono una serie di farfugliati tentativi di negare l’innegabile. Bastò poco al commissario per portare Perni all’ammissione di una cotta per la sua dirimpettaia, una cotta che aveva avuto un solo ostacolo: la timidezza.
La signorina Laura Lynett era un’avvenente donna sui 35 anni che non passava certamente inosservata e Perni un uomo sulla quarantina. Il commissario comprese subito l’interesse e spense l’imbarazzo con le ultime domande, ricordando alla fine di dover restare a disposizione.

«Commissario, già di ritorno» – disse l’agente.

«Il signor Perni è un adolescente sulla quarantina. Sa poco o nulla, ma non lasciamo niente al caso. Contatta la centrale. Che svolgano una ricerca sull’amministratore del condominio e sul signor Perni. Voglio sapere tutto. Naturalmente, occorre una ricerca sulle vittime».

«Immediatamente, commissario». – rispose Brera.

Talvolta l’indagine per il commissario era un semplice fiutare le tracce per giungere all’assassino, seguire semplicemente il filo come un segugio.

Giovanni Covino


Fonte immagine: Pixabay


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