
Il primo romanzo proposto, per questo mese, è Clementina: un romanzo che si muove tra memoria familiare, introspezione e affresco storico. La protagonista, Clementina Martello, è una giovane vedova che, all’inizio del Novecento, si ritrova improvvisamente sola, con tre figli da crescere. Torna nella casa paterna a Lecce, dove deve affrontare non solo la perdita e il dolore, ma anche la sfida di costruire un futuro dignitoso per i suoi bambini. La promessa fatta al marito in punto di morte diventa il motore della sua vita: garantire ai figli la possibilità di realizzarsi. Questo impegno, però, non è semplice. Clementina deve misurarsi con le ristrettezze economiche, con il giudizio sociale, con il peso di un mondo che non concede facilmente spazio a una donna autonoma. La sua scelta di aprire una scuola in casa non è solo un atto pratico, ma un gesto di emancipazione: trasformare il dovere in missione, il bisogno in risorsa, la solitudine in comunitàà. Il romanzo colpisce soprattutto per la profonditàà con cui viene tratteggiato il personaggio principale. Clementina non è idealizzata: è fragile, ostinata, talvolta dura, ma sempre viva e autentica. Il lettore la accompagna nei suoi momenti di dolore, nelle sue esitazioni, nei piccoli trionfi quotidiani. La forza della scrittura sta proprio qui: nel rendere epico il gesto semplice di resistere e reinventarsi. La cornice storica, con gli echi della Grande Guerra e i mutamenti sociali dell’Italia meridionale, arricchisce il racconto senza mai soffocarlo. È uno sfondo che amplifica le difficoltàà della protagonista, ma che al tempo stesso la colloca in un percorso di crescita collettiva: quello di tante donne che hanno fatto la Storia dal basso, senza clamore, attraverso il lavoro silenzioso. Clementina è dunque un romanzo che parla di resilienza, maternitàà, coraggio e dignità. Non cerca facili colpi di scena, ma costruisce una tensione intima e continua. È una lettura che lascia dentro un senso di ammirazione e gratitudine verso chi, come la protagonista, ha saputo trasformare il dolore in speranza e il dovere in scelta libera. Voto 4/5

Per il genere giallo/noir, L’uomo dagli occhi tristi di Piergiorgio Pulixi, è ambientato in un angolo remoto dell’Ogliastra, dove un lago apparentemente incontaminato diventa scenario di un delitto che scuote l’equilibrio dell’isola: a bordo di un motoscafo, viene ritrovato il corpo di un giovane, travestito da donna. L’indagine è affidata alle ispettrici Mara Rais ed Eva Croce, due donne diversissime per carattere e stile, ma legate da un rapporto di fiducia, costruito sul campo. Fin dall’inizio, però, è chiaro che l’inchiesta non potrà procedere liberamente: pressioni dall’alto impongono loro di chiudere il caso in fretta, senza fare rumore, per non intaccare gli equilibri politici. Il nome che emerge subito è quello di un astro nascente della politica regionale, dietro al quale si nasconde una rete di ricatti e interessi pronti a tutto pur di mantenere il silenzio. Mara ed Eva si trovano così strette tra due fuochi: da un lato il dovere di scoprire la verità, dall’altro i segreti che ciascuna porta dentro di sé. Mara combatte con i fantasmi del suo passato, che tornano a bussare proprio mentre l’indagine si fa più pericolosa. Eva, invece, è costretta a confrontarsi con scelte dolorose e con ombre intime che non ha mai davvero confessato. I loro segreti personali diventano parte integrante della tensione narrativa, rischiando di incrinare la fiducia che le lega. A fare da contrappunto, come un’ombra sempre presente, c’è Vito Strega: la sua figura aleggia sul romanzo, non sempre in primo piano, ma come punto di riferimento morale e professionale. La sua presenza silenziosa diventa un fiato sul collo per Mara ed Eva: è un collega e un uomo al quale sono troppo legate – e non solo per lavoro. Infine, nell’ombra, si muove l’uomo dagli occhi tristi, portatore di un senso di giustizia proprio che sembra resistere anche quando tutto intorno spinge al compromesso. Il finale non chiude tutte le piste. Alcuni segreti rimangono irrisolti, il caso si intreccia con poteri più grandi di quanto immaginato e la verità resta nuda e cruda anche nella vita delle protagoniste, che si mettono a nudo l’una con l’altra. Le due ispettrici e Strega si trovano sospesi su un crinale incerto, lasciando intravedere che le loro storie personali e professionali non sono affatto concluse. Un finale aperto, che prepara il terreno a nuovi capitoli, dove le ferite, i silenzi e le ombre dovranno ancora trovare risposta. Voto 5/5.

Un libro che lascia il segno è La morte di un altro [La muerte ajena] – Claudia Piñeiro. Il romanzo si apre con la morte di una giovane donna nel quartiere di Buenos Aires. La giornalista Verónica Balda scopre che la vittima è sua sorellastra, Juliana, e questo evento la spinge a indagare. Durante le sue ricerche, Verónica si confronta con una rete di segreti, corruzione e interessi che coinvolge la società, i media e figure di potere, mettendo in luce le dinamiche oscure della città e delle relazioni umane. Temi principali: manipolazione della verità – il libro mostra come i fatti possano essere distorti per interessi personali; giustizia e impunità – affronta il tema di crimini che restano impuniti e delle ingiustizie della società; identità e segreti familiari– la scoperta di legami nascosti porta a riflessioni sull’identità e sulle verità nascoste. Stile e narrazione: Claudia Piñeiro utilizza una narrazione polifonica, alternando diversi punti di vista. La scrittura è coinvolgente e diretta, con una costruzione della tensione che spinge il lettore a continuare la lettura, rivelando dettagli importanti passo dopo passo. La morte di un altro è un thriller intenso e ben costruito, con personaggi complessi e una trama che invita a riflettere sulla verità, la giustizia e il potere. È una lettura avvincente per chi ama il mistero e le storie che svelano le fragilità e i segreti della società. Voto 4,5/5

Un romanzo interessante è La felicità nei giorni di pioggia – Imogen Clark. Romany, diciottenne, perde improvvisamente la madre e si ritrova a fare i conti con un dolore profondo. Nella lettera di addio della madre, Romany viene affidata a quattro amici fidati: Tiger, Leon, Maggie e una misteriosa Hope. Questi nuovi tutori diventano la sua “tribù”, accompagnandola nel percorso di crescita e aiutandola a superare le difficoltà della vita. Temi principali: lutto e resilienza – il romanzo mostra come affrontare la perdita e trovare la forza per andare avanti; amicizia e famiglia – mette in luce come i legami affettivi possano superare i vincoli di sangue; crescita personale – Romany impara a conoscere se stessa e a confrontarsi con le sfide della vita grazie al supporto dei suoi nuovi amici. La scrittura è fluida e coinvolgente, alternando momenti di malinconia a sprazzi di speranza. Il tono empatico permette al lettore di entrare in sintonia con le emozioni dei personaggi e con il loro percorso di maturazione. La felicità nei giorni di pioggia è un romanzo emotivo e riflessivo, che parla di perdita, amore e crescita personale. Racconta la capacità di trovare luce anche nei momenti più bui, grazie all’aiuto degli altri e alla propria forza interiore. Voto 4/5

Il Dio Nuovo di Alessandro Sortino, invece, esplora la nascita del cristianesimo e il suo impatto sull’Impero Romano. L’autore accompagna il lettore in un viaggio tra storia, fede e cultura, raccontando come una piccola comunità di credenti sia riuscita a diffondere i propri valori senza ricorrere alla forza. La narrazione intreccia figure storiche come San Pietro e San Paolo con riflessioni sul significato del divino e sulla trasformazione spirituale che il cristianesimo ha portato nella società. Temi principali: fede e trasformazione – il libro mostra come la convinzione religiosa possa cambiare la vita delle persone e influenzare intere comunità; ricerca del divino – Sortino invita a una riflessione personale sulla spiritualità, sul senso della preghiera e sull’incontro con Dio; storia e memoria: attraverso il racconto storico, il lettore può comprendere le radici della fede cristiana e il suo ruolo nell’evoluzione della civiltà occidentale. Lo stile di Sortino è narrativo e accessibile. Combina dettagli storici a riflessioni profonde, rendendo il libro adatto sia a chi cerca conoscenza storica sia a chi desidera una lettura spirituale. La scrittura è chiara, coinvolgente e invita a una lettura riflessiva e contemplativa.Il Dio nuovo è un libro che unisce storia, spiritualità e introspezione. Offre una prospettiva sulle origini del cristianesimo e sulla capacità della fede di trasformare la vita degli individui e delle comunità. È una lettura adatta a chi vuole riflettere sul rapporto tra storia e fede, e sul senso del divino nella vita quotidiana. Voto 4.5/5

Un libro toccante è, poi, Francesca, Storia di un amore in tempo di guerra. Il libro di Felice Cavallaro è un omaggio intenso e delicato a Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, ma, soprattutto, magistrata e donna di grande valore. Non più solo “compagna del giudice”, ma figura autonoma, con la sua carriera, le sue scelte, la sua forza silenziosa. Cavallaro racconta Francesca come donna innamorata e come professionista. La narrazione si muove tra ricordi, episodi di vita privata e momenti pubblici, restituendo un volto autentico e umano. È una biografia che sa farsi romanzo: delicata nelle descrizioni intime, lucida nel mostrare il contesto della lotta alla mafia. Il legame con Falcone è il cuore pulsante della storia. Un amore profondo, consapevole del rischio, vissuto con passione e con il coraggio di chi sa che ogni giorno può essere l’ultimo. Dai giorni di isolamento all’Asinara, agli attentati sfiorati, fino alla tragedia di Capaci, Francesca e Giovanni emergono come due anime unite da una missione comune. La forza del volume sta nella capacità di dare voce a Francesca, di farne un simbolo non solo di sacrificio, ma anche di libertà e determinazione. È il ritratto di una donna che ha scelto di amare, di restare accanto a un uomo minacciato, ma anche di essere fedele a se stessa, alla giustizia e ai suoi valori. Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra è un libro che commuove e fa riflettere. Una storia che intreccia amore e tragedia, vita privata e storia collettiva. Cavallaro consegna al lettore un’opera capace di restituire dignità e luce a una protagonista spesso rimasta nell’ombra, trasformandola in memoria viva e in esempio. Nel libro di Felice Cavallaro dedicato a Francesca Morvillo è riportata una frase trovata tra i suoi scritti, che colpisce per delicatezza e verità: «Non c’è amore più grande di quello che ci fa rischiare tutto, pur di non perderlo.» È una frase che, letta oggi, assume un valore profetico e struggente: non è soltanto la dichiarazione di una donna innamorata, ma anche la testimonianza di una scelta consapevole, vissuta fino all’estremo sacrificio. Voto 5/5

Inoltre, per uno dei casi di omicidio mediatico tuttora dibattuto, vi racconto L’estate di Garlasco di Francesco Caringella è un romanzo che prende spunto da uno dei casi giudiziari più noti e controversi della cronaca italiana recente, quello dell’omicidio di Chiara Poggi. Caringella, magistrato e scrittore, non si limita a ricostruire i fatti: li rielabora in chiave narrativa, usando la vicenda come lente per esplorare il funzionamento della giustizia, le contraddizioni delle indagini, il peso mediatico e soprattutto il dramma umano dietro le carte processuali. Non è un saggio tecnico, ma un romanzo che mescola realtà e invenzione per restituire al lettore le domande che questo caso ha lasciato aperte: cos’è davvero la verità? È possibile afferrarla nei tribunali? Quanto incidono suggestioni, pregiudizi, opinioni pubbliche? Lo stile di Caringella è diretto ma non freddo: alterna la precisione del giurista al ritmo narrativo di chi vuole tenere il lettore incollato alla pagina. Non si limita a mettere in scena colpe e innocenze, ma cerca di entrare nella mente dei protagonisti, restituendo la complessità di un processo che ha diviso l’opinione pubblica. Punti di forza: capacità di rendere comprensibile e avvincente la materia giudiziaria; il coraggio di affrontare un caso reale senza scadere nel voyeurismo; la riflessione sul concetto di verità processuale. Limiti:per chi cerca solo una cronaca fedele dei fatti, può sembrare troppo romanzato; la tensione narrativa a volte sacrifica la freddezza documentale.In sintesi: L’estate di Garlasco è un libro che unisce letteratura e diritto, offrendo al lettore non solo la rielaborazione narrativa di un caso famoso, ma soprattutto un’occasione per interrogarsi sulla giustizia e sulle sue zone grigie. Voto 4,5/5

Un libro che mozza il fiato, Mio fratello di Karin Smirnoff, è un romanzo intenso, cupo e a tratti disturbante, che racconta il ritorno di una donna al villaggio della sua infanzia nel nord della Svezia. La protagonista torna per prendersi cura del fratello gemello, segnato dall’alcol e dalla solitudine, e in questo ritorno riaffiorano traumi, abusi e ferite mai davvero rimarginate.Il libro colpisce subito per lo stile di scrittura originale: l’autrice rinuncia quasi del tutto alla punteggiatura tradizionale e non usa lettere maiuscole, creando un flusso narrativo compatto e spigoloso. Questa scelta dà alla lettura un tono ruvido, diretto, a volte respingente, ma molto coerente con l’atmosfera del racconto: un mondo chiuso, duro, violento, dove i legami familiari oscillano tra amore disperato e distruzione. I temi dominanti sono la famiglia disfunzionale, la violenza domestica, la dipendenza, la difficoltà di spezzare i cicli di dolore. La voce narrante però non è mai patetica: è asciutta, quasi anaffettiva, e proprio per questo potente, perché lascia al lettore il compito di riempire i silenzi e percepire il peso del non detto. È un libro che non offre consolazioni facili. La narrazione è densa, piena di ombre e di corpi feriti, ma riesce a catturare proprio grazie a quella sua lingua scarna e unica. Si entra lentamente in un mondo chiuso, claustrofobico, dove i rapporti sono intrisi di ambiguità e dolore, ma anche di un legame indissolubile tra fratello e sorella. Mio fratello è un romanzo forte e particolare, consigliato a chi cerca una voce narrativa diversa, che non edulcora la realtà. Può risultare difficile o respingente per chi preferisce letture più lineari e rassicuranti, ma chi si lascia prendere dal ritmo duro e dalla scrittura “sporca” trova un’esperienza letteraria fuori dal comune. Voto 4,5/5

Infine, vi segnalo Danzate su di me: è una raccolta di quattro racconti noir al femminile. Le protagoniste sono donne comuni, ma segnate da ferite profonde: amori interrotti, matrimoni in crisi, vite sospese tra la precarietà e un senso di intrappolamento. In queste storie, Carlotto esplora un universo femminile che non si arrende, anche quando appare sconfitto. Ogni racconto scava in un contesto sociale duro, dove il patriarcato e le convenzioni impongono ruoli soffocanti: moglie, madre, amante, dark lady. Le protagoniste reagiscono in modi diversi — con rabbia, disperazione, astuzia — ma sempre con una forma di dignità ostinata. Lo stile è essenziale e diretto, capace di trasmettere una forte tensione emotiva senza eccessi retorici. Il titolo stesso evoca un’immagine ambivalente: una danza che può essere celebrazione, ma anche rito funebre sulle illusioni perdute. Carlotto non offre soluzioni consolatorie; lascia piuttosto aperti interrogativi, immergendo il lettore in un’atmosfera sospesa, a tratti claustrofobica, dove il noir si mescola a una profonda analisi psicologica.
In sintesi, è un libro intenso, cupo ma umano, che riesce a dare voce a un femminile complesso e indomito, restituendo la dignità delle piccole resistenze quotidiane.
L’analisi dei singoli racconti:
Racconto 1 – La cassiera e l’amore interrotto. Una giovane cassiera vive un amore segreto, l’unica luce in una vita scandita dalla monotonia del lavoro e dalla solitudine domestica. Un incidente stradale interrompe bruscamente questa relazione, lasciandola sospesa in un dolore muto. La protagonista osserva il mondo da dietro la cassa come se fosse un acquario, mentre lentamente cova una ribellione silenziosa. Temi: Amore come ancora di salvezza, fragilitàà delle relazioni umane, invisibilitàà sociale, resilienza emotiva
Racconto 2 – La madre di periferia
In una periferia torinese segnata dal degrado, una madre vive schiacciata tra le difficoltà economiche e un marito assente. L’arrivo di un’occasione imprevista le offre la possibilità di riscatto, ma comporta anche scelte dolorose e compromessi morali. Temi: lotta per la sopravvivenza; ruolo materno e sacrificio; povertà e marginalità urbana; confine tra lecito e illecito
Racconto 3 – Gaia e il matrimonio in crisi
Gaia conduce una vita apparentemente perfetta, ma il suo matrimonio è ormai un guscio vuoto. Per proteggere l’immagine esterna, è disposta a mascherare la verità e manipolare le apparenze. La sua ostinazione la porta a un gioco sottile di menzogne reciproche col marito, fino a un punto di rottura. Temi: ipocrisia delle relazioni di facciata; paura del giudizio sociale; Manipolazione e autoinganno Crisi d’identità
Racconto 4 – Lise, l’ex croupier
Lise, una ex croupier caduta in disgrazia, vive in un appartamento modesto, consumata da ricordi e debiti. Una notte, un ladro entra in casa: invece di reagire con paura, lei gli offre del denaro in cambio di essere uccisa. Si apre così un dialogo teso e surreale, in cui emerge il suo desiderio di porre fine a un’esistenza percepita come priva di senso.
Temi: Disperazione e desiderio di morte Libertà come scelta estrema Incontro tra vittima e carnefice Vita come gioco d’azzardo.
Un libro da leggere! Voto 5/5
M. Alessia Del Vescovo
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