Beato Angelico: una scoperta sempre antica e sempre nuova
Questa, più o meno, è stata la nostra idea quando abbiamo iniziato a visitare la grande mostra del Beato Angelico a Firenze.

Il percorso della mostra si divide in due grandi momenti: primo, il Museo di San Marco, per cui Fra Gabrio gioca in casa, e poi Palazzo Strozzi. Descrivere tutte le opere d’arte sarebbe veramente complesso e difficile: gli splendidi cataloghi in uscita possono aiutare a rendere l’idea.
Possiamo dire, insieme a Gionata del Club Theologicum Roma che l’ha visitata insieme a diversi altri clubbers fiorentini, quale aspetto ci ha colpito di più del meraviglioso percorso di arte sacra.
Per Fra Gabrio, sono state tutte le raffigurazioni del Giudizio Universale. Ce ne sono tre che, in questa settimana in cui ricorderemo Tutti i Santi, ci ricordano l’importanza della santità e la consapevolezza che ci sarà un giudizio. Un giudizio sempre pieno di carità, ma pur sempre un giudizio, che ci ricorda che viviamo tutti in un cammino di gioia e di impegno personale.
Anche Gionata è d’accordo sul Giudizio Universale, che è stato sicuramente uno dei temi più belli visti alla mostra. Quello che lo ha colpito di più è la luminosità dei colori, la bellezza divina che traspare dalle raffigurazioni: una bellezza divina, santa, pura. Sicuramente è una mostra da vedere. Nel nostro club di teologia, infine, ricordiamo che la bellezza è una delle vie di ritorno alla fede, alla gioia e alla santità.

Questa affermazione trova un profondo fondamento nella nostra tradizione teologica, in particolare nel pensiero del Dottore Angelico, San Tommaso d’Aquino, l’altro Angelico, insieme al Beato a cui la mostra è dedicata.
Per San Tommaso, il bello non è una mera percezione soggettiva, ma possiede delle caratteristiche oggettive che lo legano indissolubilmente al vero e al bene. Egli insegna che per la bellezza si richiedono tre condizioni: l’integrità o perfezione (integritas), la debita proporzione o armonia (proportio) e la luminosità (claritas). Questi elementi, che risplendono con tanta evidenza nelle opere del Beato Angelico, non sono altro che un riflesso della Bellezza increata, cioè di Dio stesso, l’Artista divino che secondo Jean Pierre Torrell “imprime alla sua opera una traccia della sua bellezza”. La luminosità dei colori nei Giudizi Universali del nostro Angelico, quella “bellezza divina, santa, pura”, diventa così una vera e propria via teologica: contemplare tale armonia e tale luce eleva l’anima, attraverso il piacere della vista, alla contemplazione del loro Autore.


L’arte sacra, in questo senso, non è solo una decorazione, ma un potente strumento di evangelizzazione ed un cammino che, attraverso la bellezza sensibile, ci conduce all’incontro con la Bellezza Trinitaria, fonte di ogni gioia e santità.
Fra Gabrio e Gionata Fiorino (Club Theologicum Roma)
Per approfondimenti:
Mostra del Beato Angelico: San Marco
Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 39, a. 8.
J.-P. Torrell, Tommaso d’Aquino. L’uomo e il teologo, Piemme, 1998.
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