Dialogo fra un credente e un non credente. #fidesetratio

«La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità» (Incipit dell’enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II)

Non credente:

Dio non esiste. Solo ciò che è verificabile sperimentalmente è vero. Il resto sono opinioni.

Credente:

La scienza è straordinaria per conoscere il mondo naturale, ma non esaurisce la realtà. Dire “è vero solo ciò che è verificabile sperimentalmente” non è una verità scientifica, ma una tesi filosofica non dimostrabile sperimentalmente, quindi si contraddice da sola. Inoltre, molte verità non passano dal microscopio: la logica, la matematica, i principi etici, l’amore, la bellezza. La fede cristiana non si oppone alla scienza, la completa: offre risposte a domande che la scienza non può affrontare.

Non credente:

Ma la scienza spiega tutto l’universo. Non c’è bisogno di un Creatore.

Credente:

La scienza non riesce nemmeno a spiegare l’origine dell’universo: non sa stabilire cosa sia successo prima dei 10-43 secondi successivi al Big Bang. Inoltre, la scienza descrive come funzionano i fenomeni, ma non perché esistano. Perché c’è qualcosa piuttosto che il nulla? La ragione ci porta a riconoscere che può esistere qualcosa di necessario, eterno e non causato da altro, che dia senso e fondamento a tutto il resto. Dio è la ragione ultima per cui l’universo esiste e funziona, la fonte di ogni realtà e verità.

Non credente:

Potrebbe essere il caso. O un multiverso. Non serve Dio.

Credente:

L’esistenza del multiverso non è dimostrata scientificamente. E il “caso” non spiega la straordinaria precisione delle leggi fisiche e delle costanti cosmiche. Quindi è ragionevole pensare a un’intelligenza che abbia voluto un universo capace di accogliere la vita.

Non credente:

Perché il monoteismo dovrebbe essere più razionale del politeismo?

Credente:

Il politeismo immagina molte divinità limitate e spesso in conflitto. Questo genera problemi logici: chi è il vero creatore? Come si coordinano poteri contraddittori? Un universo ordinato e coerente richiede una causa unitaria e assoluta. Il monoteismo offre una spiegazione più semplice e completa: un solo Dio eterno, incausato, onnipotente e perfetto.

Non credente:

Ammettiamo pure un’intelligenza superiore. Ma questo non prova che sia il Dio di Gesù Cristo.

Credente:

La filosofia arriva al teismo, per dimostrare il cristianesimo dobbiamo guardare alla storia perché il suo fondamento è dato da un evento unico: la Resurrezione di Gesù, che i discepoli hanno annunciato come prova che Egli è Figlio di Dio.

Non credente:

I miracoli sono impossibili perché violano le leggi fisiche.

Credente:

Se Dio è il Creatore delle leggi fisiche, non avrebbe difficoltà a violarle. Guarda i discepoli: prima impauriti e dispersi, poi pronti a rischiare la vita proclamando che Gesù era risorto. Come spiegare un cambiamento così radicale? Non con un inganno o un’allucinazione collettiva, ma con la convinzione di averlo davvero incontrato.

Non credente:

Dunque ci credevano, ma questo non dimostra la Resurrezione con certezza.

Credente:

È vero: occorre anche la fede. Ma la trasformazione dei discepoli rende la loro testimonianza ragionevolmente credibile.

Non credente:

Se Dio è buono e onnipotente, perché permette il male, l’ingiustizia, la sofferenza?

Credente:

Il male non viene da Dio perché non è una realtà positiva, ma la privazione di un bene dovuto, cioè la mancanza di una perfezione che un qualcosa dovrebbe possedere in base alla sua natura, come il buio è l’assenza di luce. Il male morale esiste perché Dio ci ha voluti liberi, perché solo con la libertà esiste l’amore; ma la libertà comporta il rischio del male.

Non credente:

E il male naturale? Terremoti, malattie, catastrofi non dipendono dalla libertà umana.

Credente:

Sono conseguenza della nostra realtà finita e fragile. Ma Dio non è rimasto distante: si è fatto uomo in Gesù, ha condiviso il dolore umano fino alla crocifissione, una morte ingiusta e terribile. Dopo tre giorni è risorto, sconfiggendo la morte. Questa è la speranza cristiana: Gesù non spiega teoricamente il male, ma lo assume su di sé e apre alla salvezza eterna. La gioia eterna, essendo infinita, supera ogni male terreno.

Non credente:

Come spiegare le violenze ordinate da Dio nell’Antico Testamento?

Credente:

La Rivelazione è progressiva: Dio si è fatto conoscere gradualmente, in epoche segnate dalla violenza. Quei racconti riflettono il linguaggio e la mentalità del tempo, non un comando letterale. Il culmine della Rivelazione è Cristo, che mostra il vero volto di Dio: amore, non violenza. L’Antico Testamento resta fondamentale, ma va letto alla luce del Nuovo.

Non credente:

La Bibbia però contiene errori storici e scientifici.

Credente:

Certo, perché non è un manuale di scienze o un libro di storia moderna. I suoi autori usavano i linguaggi e i generi letterari del loro tempo. Il suo centro non è come funziona il mondo, ma perché esiste e quale senso ha la vita.

Non credente:

Io penso che esista solo la materia. Coscienza, morale, verità: tutto è prodotto dal cervello.

Credente:

Il materialismo sembra semplice, ma è contraddittorio: se fosse vero,  allora le nostre facoltà cognitive sarebbero il prodotto di processi non diretti a produrre verità, ma solo comportamenti vantaggiosi per la sopravvivenza. I nostri pensieri sarebbero utili, ma non avremmo alcuna certezza che siano veri.

Non credente:

Resta il fatto che non puoi dimostrare con certezza l’esistenza di Dio.

Credente:

È vero, ma nemmeno tu puoi dimostrare con certezza la sua inesistenza.

Non credente:

Però l’onere della prova spetta a chi afferma.

Credente:

Se affermi con certezza che Dio non esiste, anche tu devi dimostrarlo. In realtà, abbiamo  due visioni diverse che non possono essere provate in modo assoluto. L’ateismo vede la vita come breve e senza scopo: esiste solo la materia, le emozioni sono reazioni chimiche, la libertà un’illusione, la morte la fine di tutto. La fede cristiana, invece, afferma che siamo più della materia, che la libertà è reale, che l’amore riflette Dio stesso. E che la morte non è l’ultima parola. L’ateismo offre una visione della vita tragica e pessimista; la fede cristiana apre alla speranza, senza rinunciare alla ragione. Per questo motivo ho scelto la fede cristiana.

Non Credente:

Ci penserò

Credente:

Continuerò a pensarci e a pregarci.

Un dialogo di Billy Blues


Scopri di più da Club Theologicum

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑