Ci fu un tempo in cui il saggio Qoeleth meditava amaramente: «Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: “Ecco, questa è una novità”?» (Qo 1,9-10). Le parole dell’angelo mettono fine, per sempre, a quel tempo. É il passaggio dal tempo della promessa al tempo del compimento di quanto annunciato dai profeti. Non è un caso che, oltre a Maria Santissima, i protagonisti del tempo di Avvento che stiamo vivendo siano due profeti Isaia e Giovanni il Battista. Isaia è il profeta per eccellenza dei tempi messianici, Giovanni è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento. Con l’incarnazione del Verbo inizia il tempo del compimento.

È il “sì” di Maria la novità sotto il sole. Ecco la novità! Lei è la piena di grazia, l’Immacolata. Il Verbo si è fatto carne. Questo è un tempo favorevole per riprendere la lodevole preghiera dell’Angelus, tre volte al giorno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera perché ogni giorno, sia per noi davvero santificato dalla meditazione dell’evento della nostra salvezza. Questa preghiera ci permette di ripetere le parole di Maria all’angelo e farle nostre, concretamente nella nostra vita. Queste parole ci permettono di meditare sulla grazia di Dio che tutto crea e costituisce e la risposta di Maria, che è la risposta dell’umanità che attendeva con ansia il tempo della salvezza. Fra qualche giorno sarà Natale, ci incanteremo ad osservare il bambinello nel presepe, ci commuoveremo nella Santa Messa della mezzanotte, sapendo che non stiamo celebrando un ricordo, ma qualcosa di vivo e vero in vista di qualcosa che attendiamo: il ritorno del Signore che tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il cui regno non avrà fine.
fr Giovanni Ruotolo OP

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