La certezza di non essere mai soli.

Sapienza 13, 1 Davvero stolti per natura tutti gli uomini

che vivevano nell’ignoranza di Dio,

e dai beni visibili non riconobbero colui che è,

non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere.

5 Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature

per analogia si conosce l’autore.

 

L’autore del Libro della Sapienza è molto chiaro a proposito della conoscenza di Dio e della sua esistenza. Infatti è possibile risalire alla esistenza di Dio a partire dalla quotidianità. È possibile cioè basarsi sul dato concreto della creazione e scoprire che c’è un Autore Primo, dietro di tutto. Già Aristotele nella Metafisica aveva introdotto la presenza di un Primo Motore Immobile che muoveva tutto l’universo dando così spiegazione dell’esistenza di tuta la realtà.

Contrariamente dunque ad una certa vulgata ateista, dunque, è possibile avere una certa conoscenza naturale di Dio. Secondo l’insegnamento della Chiesa e del concilio Vaticano I, è possibile ammettere una conoscenza di Dio raggiungibile per via razionale. La rivelazione e l’atto di fede che il credente esprime, vanno a completare a illuminare quei ragionamenti che precedente sono stati fatti su Dio e sulla relazione con Lui. Ecco perché fede e ragione sono assolutamente armonici e creanti un circolo di amore e conoscenza, animato dallo stesso Dio.

In effetti la natura dell’uomo è spirituale e razionale. A differenza di tutti gli altri esseri viventi, è l’unico in grado di poter produrre pensieri astratti, educare liberamente le proprie azioni e domandare il senso della propria esistenza. Proprio su quest’ultimo punto, credo si innesti la domanda della relazione con Dio. Una persona che mediti su sé stesso e sulle proprie origini, si renderà conto innanzitutto di aver ricevuto la vita fisica dai propri genitori, ma non anche le qualità spirituali. Queste qualità spirituali, come ad esempio il carattere, le capacità argomentative e razionali vengono certamente da qualcun altro che anch’egli è spirituale. Dunque ecco come può sorgere la certezza di una esistenza e relazione con Dio. È una relazione continua e senza fine quella con Dio.

Certamente solo la rivelazione, come l’esempio di Mosè in Es 3,12, ci dà la certezza definitiva e rischiarante che questa relazione continua è con Dio, volto personale in grado di rasserenarci in ogni momento della vita. Giorno dopo giorno Egli continua a illuminare il nostro cammino, con la Sua Parola, i Sacramenti e mediante i membri stessa della Chiesa con cui condividiamo la fede. In questi sguardi viventi leggiamo la presenza di un Tu Eterno. È un tu a cui affidare la vita. Specialmente nei momenti più gioiosi e più sofferenti. Con la certezza di non essere mai soli, con l’Unico Dio Trinitario. Come anche ha scritto Epitteto nelle sue Diatribe: “Quando chiudete le porte e fate buio dentro, ricordate di non dire mai che siete soli; infatti non lo siete. Dentro di voi c’è Dio, e il vostro spirito. Ed essi hanno forse bisogno di luce per vedere come agite?”

Gesù dolce, Gesù amore

Fr Gabriele Giordano Scardocci OP

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