Matteo 2, Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Nella sua Divina Commedia, nel canto ventiseiesimo dell’Inferno, Dante descrive un Ulisse intrepido che arringa i suoi compagni con versi celeberrimi. “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. La pretesa di Ulisse di superare le colonne d’Ercole si poteva davvero considerare come un atteggiamento di superbia: la ragione infatti ha comunque dei limiti invalicabili, e ogni ricerca non può pretendere di risolvere tutti i limiti. Il filosofo Max Horkheimer riteneva che Ulisse – a causa di questo atteggiamento – fosse il primo illuminista del mondo.
D’altro lato invece l’esperienza dei Magi e di Erode ci vuole mostrare come invece la ricerca di Dio e delle sue verità principali sia una ricerca innanzitutto appassionata e allo stesso tempo basata sulla nostra ragionevolezza. Proprio perché l’uomo ha insita nella sua natura il sentimento, il cuore, le emozioni e la razionalità. Sull’esempio dei magi, sapienti orientali provenienti dall’attuale Iran, possiamo innanzitutto dire che c’è un desiderio che sorge dal cuore: questo coglie il senso profondo e ultimo di tutte le cose in maniera indefinita. In ogni uomo dunque c’è la base di una ricerca che innanzitutto è desiderio di superare il senso di effimero e di temporaneo che la cultura post moderna e relativista vuole invece assolvere a dogma insolubile. Questo desiderio permette dunque di iniziare a rispondere a queste domande profonde, utilizzando la ragionevolezza e la capacità umana di comprensione.
Ecco allora come l’informarsi attento richiesto da Erode ai magi, diventa anche un pò il nostro cammino di fede e di ricerca di Dio. Tutto questo non accade solo a livello teorico, riguardante ad esempio i dogmi o l’insegnamento morale. Ma anche nei nostri stati di vita – religioso, matrimoniale, sacerdotale – Dio ci chiede giorno dopo giorno qualche piccola attività: ad esempio iniziare un’attività di volontariato, fare un certo tipo di carità o un’altra, oppure anche su quale tipo di cammino catechetico seguire. Egli aiuta continuamente in questo nostro ricercare e discernere. Non siamo soli: il Signore sempre ci dona i suoi santi doni per approfondire e affinare le nostre risposte ai suoi progetti. Non temiamo allora di continuare, con umiltà di cuore e acuta intelligenza, di metterci ogni giorno in ascolto della Sua Parola di Vita Eterna. Questo ascolto permette una ricerca fruttuosa che ci donerà gioia nelle piccole esperienze sul cammino di Dio.
Gesù dolce, Gesù amore
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
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