La Mamma affidata. #figlideltuono

Ieri abbiamo celebrarto la festa della mamma, festa colma di gioia, regalini, poesie (sono una maestra e la poesia per la festa della mamma è d’obbligo ancora oggi), lavoretti, sorrisi, abbracci. È una festa speciale perché è uno dei giorni in cui ci si ricorda di ringraziare colei che ci ha dato la vita, colei che si è presa cura di noi per giorni e notti intere a volte, durante tutta la nostra infanzia.
La mamma è la donna che lavora sempre, spesso svolgendo lavori nascosti (quante volte infatti al nostro risveglio al mattino abbiamo trovato la colazione pronta, la casa pulita, la merenda nello zaino della scuola, i vestiti puliti e rammendati?), accumulando anni di sonno arretrato e ripagata spesso da ringraziamenti fatti sorrisi e abbracci. Eppure è anche la persona con la quale forse più spesso ci troviamo in contrasto, con la quale litighiamo e che talvolta vorremmo anche non dover sopportare (soprattutto durante questa interminabile quarantena). Ma è al nostro fianco sempre – per chi, come me, ha la fortuna di averla ancora- per supportarci e amarci sempre.
Quante volte guardando amiche che hanno appena avuto bambini le scopro con occhi adoranti nei confronti dei loro piccoli… che spettacolo vedere il modo con cui gli sguardi di mamma e figlio si incrociano. Mamma, una parola che non ci stancheremo mai di pronunciare, con le varie cadenze e altezze di voce – io personalmente di solito urlo per chiamarla- ma il nome più pronunciato nel mondo, senza ombra di dubbio. Pensavo anche alla bellezza del fatto che la festa della mamma “terrena” cada nel mese di maggio, mese dedicato alla mamma “celeste”.
Come leggiamo nel passo Giovanni 19, 26-27 Gesù affida a Maria il discepolo amato, e a quest’ultimo sua madre. Gesù non poteva farci regalo più prezioso: affidarci alla sua mamma. Se le nostre mamme ci guardano spesso con occhi adoranti – quando non hanno la ciabatta tra le mani, sia chiaro- pensiamo a come ci potrà guardare Maria. E un’altra cosa molto bella è sapere che non ci perde mai di vista e che cerca di esaudire i nostri desideri. Basta accoglierla nella nostra vita e chiederle le grazie…per lei lo Spirito Santo ha un debole, non potrà non esaudirla.

In questo mese di maggio nella mia contrada c’è ancora l’usanza di recitare il rosario, pratica tanto antica e a volte trascurata. Ebbene, per quanto a volte possa sembrare noioso, è il solo modo che abbiamo per dire alla Madonna “Mamma”, per chiederle di aiutarci, di entrare nella nostra vita, per farle sapere che le vogliamo bene. Pensiamo a quanto si intenerisce il cuore di una mamma che sente dire al proprio bambino la parola “mamma”, allo stesso modo, anche la Mamma per eccellenza si commuove nel sentirci accorrere a lei. Lasciamo quindi che l’invito che Gesù ha rivolto a Giovanni sia anche per noi: “Ecco tua madre” e accogliamo anche noi la Mamma nella nostra vita. Non ne saremo delusi.

Lucia Viero

 

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