Benvenuti alla mia nuova recensione miei cari clubbers! Dopo una settimana di assenza, a causa di un disguido tecnico, eccomi tornata da voi con la mia rubrica di cine- recensioni.
Questa settimana vi parlerò di un film italiano del 2015: “Io, Arlecchino”.
In questo film ci troviamo ad analizzare molti contenuti importantissimi: il rapporto tra padre e figlio; i piani, molto spesso inimmaginabili ed imperscrutabili di Dio; la libertà, che solo come Suoi figli possiamo esercitare e il meraviglioso mondo della commedia dell’arte, patrimonio inestimabile e, oggi purtroppo dimenticato, del nostro Paese.
Paolo (interpretato da Giorgio Pasotti, qui anche al suo esordio come co-regista), è un conduttore televisivo. Un giorno, dopo una diretta, riceve una telefonata in cui gli comunicano che il padre, Giovanni (Roberto Herlitzka), attore di teatro, è stato ricoverato in ospedale.
Paolo a questo punto si vede costretto a tornare al suo paese natio, fra i monti bergamaschi, dove trova Giovanni in pessime condizioni di salute a causa di una cancro allo stato terminale, ma animato come sempre da una gran voglia di riportare in palcoscenico il suo personaggio più riuscito : Arlecchino.
A nulla varranno le obiezioni di Paolo che, preoccupato dalle condizioni di salute del padre, cerca di farlo desistere dall’ andare ancora in scena.
Da quel momento per Paolo incomincerà un lungo e difficile percorso tra il passato e il futuro, fra la tradizione, rappresentata dal padre e dalla sua compagnia teatrale, e la modernità, rappresentata invece dal mondo stereotipato, falso e privo di valori del talk show che il giovane uomo presenta.
Giorgio Pasotti con questo film ci porta nelle meravigliose valli bergamasche a riscoprire gli antichi valori della famiglia, delle nostre origini, che non dobbiamo mai rinnegare, ma di cui invece dobbiamo fare tesoro ed essere fieri.
Per me, che sono una grandissima amante della commedia dell’arte, questo film è stato motivo di vera commozione, l’Arlecchino di Roberto Herlitzka mi ha ricordato, anche se molto lontanamente, quello storico ed impareggiabile del grande Ferruccio Soleri.
Paolo, con la sua scelta di abbandonare il mondo patinato della tv per seguire le orme paterne, mi ha fatta riflettere su quanto i piani di Dio per le nostre vite, siano totalmente, meravigliosamente inaspettati e veramente imperscrutabili per tutti noi. Mai il protagonista del film avrebbe pensato di poter divenire un attore di teatro, trovando la sua vera strada e la felicità, ma al Signore è bastato un solo piccolo SI da parte del ragazzo per indicargli la strada che lo avrebbe condotto a fare pace con suo padre e soprattutto con la parte più intima e bella di sé stesso.
Alessandra Fusco
La storia della vita, della riscoperta dell’amore verso chi ci ha donato la vita stessa, nostro padre ed il Signore, Padre di tutti noi che ci ha insegnato nei comandamenti di onorare e quindi di amare chi ha adempiuto al più grande e importante compito assegnato all’Uomo
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