Carissimi clubbers sono Ale e oggi vi parlerò di un film del 2020:”Abbi fede”.
La pellicola è il remake italiano, non riuscitissimo, del film danese “Le mele di Adamo”.
Adamo,interpretato da Claudio Amendola, è un delinquente di estrema destra che viene inviato forzatamente in una parrocchia altoatesina al confine con l’Austria.
Qui nella parrocchia conoscerà Don Ivan, un prete molto particolare che cerca sempre di vedere il lato positivo delle cose, un uomo che anche davanti alle immani tragedie della sua esistenza mantiene sempre un aplomb invidiabile, arrivando però troppo spesso alla negazione della realtà.
Nella parrocchia sono ospiti anche Khali, un ex terrorista islamico, Gustav,un ex campione di sci austriaco condannato per violenza carnale, e Sara, una ragazza straniera, ex alcolizzata e incinta.
Adamo in questa realtà non si trova decisamente a suo agio, per lui il pensiero di Don Ivan è incomprensibile, non riesce a comprendere come questi possa affrontare la difficile vita di tutti i giorni con un così grande ottimismo.
Don Ivan al suo arrivo affida al reticente Adamo un compito: deve fare uno strudel con le bellissime mele del giardino.
Don Ivan è un moderno Giobbe, un uomo che nella vita ha dovuto affrontare prove difficilissime che avrebbero fatto vacillare chiunque, ma lui ha una fede incrollabile che lo porta a vedere in ogni difficoltà un attacco del maligno su cui però il Signore vince sempre. Non importa quante prove il maligno gli manderà perchè il Signore è con lui, nulla potrà mai farlo vacillare, ma il povero sacerdote non ha fatto i conti con Adamo che tenterà in ogni modo di portarlo sulla cattiva strada…
“Abbi fede”, per la regia di Giorgio Pasotti, è un film riuscito a metà. Questo perchè, mentre nell’originale danese tutto ciò che accade è sensato, seppur strano, nel film italiano appare tutto molto fuori contesto.
Ciò che accade nel film, qui in Italia, nella nostra cultura, l’umorismo nero dei paesi scandinavi, che nel film originale rende la storia a dir poco geniale, qui non trova il suo giusto sfogo. L’idea di partenza era buona ma andava affrontata in maniera diversa, a mio parere bisognava traslare la storia, facendola divenire più consona ai nostri costumi, alla nostra realtà. Invece Pasotti ha voluto riportare la storia tale e quale a quella de “Le mele di Adamo”, ed in questo modo non riesce a far ridere, bensì finisce per spiazzare lo spettatore che si trova di fronte a una trama veramente improbabile, priva di quel guizzo che invece poteva affascinare e convincere.
Alessandra Fusco
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