Antonio Scurati e il presente trinitario. Oltre il presente ideologico: un’ottica contemplativa. #clublunedì


2 Pietro 3, 8

Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno.

Leggevo qualche settimana fa un interessante articolo nella sezione cultura del Corsera, ad opera di Antonio Scurati, scrittore e vincitore del premio Strega 2019 con il libro M – Il Figlio del secolo.

Secondo Scurati occorre reagire ad una “ dittatura del presente che cancella dall’esperienza sociale del tempo le dimensioni di passato e futuro, condannandoci a vivere sotto dettatura della cronaca, in una temporalità atrofizzata, una sorta di «permafrost astorico e gaudente», o astorico e rabbioso.”  Il fine dello scrittore è condannare tutte le violenze perpetuate nei giorni scorsi contro di effigi, statue ed immagini di personaggi storici, considerati invece dei violenti e santificati solo da una storia scritta dai vincitori. In effetti, ci troviamo in pieno accordo con l’idea espressa da Scurati: stigmatizziamo un presente ideologico che impone di conformarsi alle mode del momento senza badare a ieri o al domani: mode che dunque distruggono il progresso storico e veritativo di una persona, di una nazione o di una cultura, e che non hanno alcun legame con la realtà. Mode che nascono solo dalla “pancia”, dal desiderio irragionevole e arrogante di pochi. Di queste mode irrazionali mi vengono in mente tutte le derive del movimento sessantottino.

C’è invece un presente da salvare. Uno sguardo nel presente che tiene conto del passato e del futuro di ciascuno di noi. È il presente trinitario. Con queste parole intendo quel tempo che è quell’ adesso in cui viviamo, diventiamo santi, operiamo nella carità, nella Chiesa, al servizio di Gesù Cristo. È un presente non costruito sulle mode, sugli slogan, ma sullo sguardo di Dio. Dio che è fuori dal tempo, ci osserva con uno sguardo di eternità, quello che in gergo tecnico è definito un eterno presente simultaneo. In questo sguardo di Dio, ci entriamo tutti, quando facciamo l’adorazione eucaristica, e Gesù ci scruta, ci conosce e ci fa poggiare al suo cuore eucaristico: a Lui possiamo donare quel presente di ansie, di angosce, di incertezze e paure che viviamo. E nel suo presente, accendiamo anche una luce contemplativa: una luce di verità su noi stessi e sul mondo che ci porta ad amare in pienezza.

Questo si che è un bel presente, vero cari clubbers? Un presente vero, profondo, radicato in Colui che fa nuove tutte le cose: Cristo alfa e omega, principio e fine.

Gesù dolce, Gesù amore

Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP

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