1. Litigi e flames ieri ed oggi.
Abbiamo detto nella scorsa puntata che Nicodemo sceglie di operare secondo il bene, come cacciatore nelle tenebre. Agire secondo le opere della Luce, per cui Nicodemo dibatte e offre le ragioni della fede, insomma litiga per la verità, e infine ama un amico fino alla morte.
Ma che vuol dire litigare per la verità?
La verità non andrebbe sempre discussa? Certamente.
Ma intendiamoci, nell’Era dei Social Network facilmente ci troviamo su Facebook o Instagram o altri social a discutere di temi di fede. Facilmente poi ci capita anche di litigare con amici, conoscenti, parenti o con persone che non conosciamo.
Perché un tema ci infervora e noi ci teniamo che la nostra posizione sia riconosciuta come valida, o come la più valida.

Così può capitare che anche noi creiamo dei flames (litigi con parole forti attuati mediante l’uso dei social network). Personalmente penso che alcuni dibattiti un po’ per natura finiscono in litigio. Quando ridicolizzano la fede o le certezze profonde, non sempre si riesce a rimanere pacati e tranquilli. Nicodemo può aiutarci a comprendere questo. Perché lui rimase calmo.
Nicodemo si fa prendere molto da una discussione, un arguto scontro coi farisei per salvare Gesù dall’arresto.
2. Giudicare un uomo senza aver ascoltato quello che fa?
7, 44 Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. 45 Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». 46 Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!». 47 Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? 48 Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? 49 Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50 Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: 51 «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52 Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea».
Vangelo secondo Giovanni.

3. Nicodemo e il primo flame della storia del cristianesimo.
In questo momento del vangelo giovanneo, Gesù ha già affrontato diverse tematiche molto complesse. I farisei e le guardie non sanno in che modo metterlo in prigione.
Qui il testo afferma che qualcuno ha sentito effettivamente parlare Gesù, le guardie in particolare (v. 46b) che riconoscono l’originalità del pensiero di Gesù. Cosa avevano visto le guardie? Plausibilmente ciò che era avvenuto in precedenza (capitolo 5). Li, infatti, troviamo una la guarigione di un uomo malato da trentotto anni a cui Gesù chiede di prendere la sua barella e camminare. Subito allora viene accusato di disobbedire al sabato. Quindi pone un lungo dialogo coi presenti su cui prende molti temi: quello che probabilmente infastidisce i presenti è il richiamo al rapporto col Padre.
Per questo che le guardie non avevano mai sentito nulla del genere. Perché per loro Dio è solo Adonai, il Signore. Non hanno ancora la consapevolezza della Paternità. Questo è chiaro, nessuno fino a Pentecoste poteva vagamente intuirla.
Di questo rapporto intimo con Dio, però Nicodemo, come abbiamo visto, aveva avuto già una bellissima esperienza notturna. In un certo senso, coglie nelle guardie un primo movimento di desiderio di Dio, come fu anche per lui.
Perciò quando i farisei le interrogano, Nicodemo cerca di fare qualcosa.
Perché i farisei probabilmente non hanno capito e intuito nulla della nuova dimensione sacra che Gesù instaura. Perché? Perché non l’hanno ascoltato per nulla.
Per questo che con molta fermezza, rispondendo alimenta il primo flame della storia del cristianesimo.
La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?
Nicodemo con un colpo da maestro e grande signoria, mostra la fallacia principale dei farisei. Che nascondevano la loro ignoranza. Farisei che avevano deciso di non ascoltare davvero quello che era il messaggio di Gesù. In un certo senso, diremo che i farisei sono coloro che cercano le tenebre di Gesù ma non per uscire dalla notte della fede, quanto invece per favorirla. Schiavi di un certo formalismo, hanno costruito un Gesù personale, nemico da abbattere, appunto da arrestare perché “pericoloso”.
Nicodemo allora fa quello che può. Inutilmente, perché chi è chiuso in sé stesso e lontano da Dio, difficilmente si fa smuovere da uomini, anche se mandati da Dio.
Forse il farisaismo attuale è proprio questa costruzione di Gesù e del cattolicesimo in modo fantasioso o costruito sui classici idoli culturali. Il rifiuto di prestare attenzione a ciò che afferma il contenuto della fede, senza sovrastrutture ideologiche e culturali, fa si che non si comprenda a fondo le motivazioni del cattolicesimo. Il che chiaramente, non implica che comprenderle porti automaticamente alla conversione dei non cattolici. Ma quanto davvero può essere autentico un dialogo fra credenti e non credenti, se questi secondi ripetono – inconsapevolmente – le parole dei farisei?
«Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea».
Tutti quanti siamo chiamati a imitare Nicodemo e a provare a riportare il dato di realtà della fede anche a chi non crede. Se si riuscisse a non litigare, saremmo ancora più bravi, specialmente sui social ma anche in presenza. Una intelligenza della fede – dopo l’ascolto dei suoi contenuti – è oggi più che mai necessaria. Nicodemo, con una frase, ci porta sempre più su questa via.
A volte davvero per smuovere un interlocutore dalle sue fallacie basta anche una frase od una singola parola. Parola effusa dalla Sua Sapienza e dalla Sua Carità che è parola di Verità per il mondo.
Fra il tormento e la grazia.
Fr Gabriele Scardocci OP
Immagini:
Foto di Iván Tamás da Pixabay
Foto di Yerson Retamal da Pixabay
in copertina: Nicodemo visitando a Jesús. 1899. Henry Ossawa Tanner.
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