Maria, paradigma della fede #fede #maria

Maria di Nazareth ricopre un ruolo cruciale nella storia della salvezza narrata dalla Bibbia. Pertanto, nella presente riflessione si intende, in maniera molto semplice ma per quanto possibile non banale, inquadrare la figura di Maria all’interno della storia della salvezza e il suo ruolo nella vita della Chiesa. Secondo le Scritture, è la “Nuova Eva”, colei che, con il suo “Sì”, schiaccerà la testa del serpente (cf. Gn 3,15). Alcuni interpretano la “Donna” delle Scritture come la comunità dei Redenti, ma Maria ne rappresenta la personificazione e la prefigurazione.

Maria è Immacolata, il che significa che ha beneficiato in anticipo della grazia salvifica di Dio. Dio, nella sua giustizia, non avrebbe potuto permettere che il Cristo Salvatore nascesse da un grembo macchiato dal peccato originale. Pertanto, in vista dell’Incarnazione del Verbo di Dio (cf. Gv 1,14), nella pienezza del tempo (cf. Gal 4,4), Maria fu scelta dall’eternità per essere la madre del Dio-Uomo. Per questo motivo, fu preservata dal peccato originale, affinché il Salvatore nascesse da un grembo puro.

Grazie a questa grazia, Maria è stata assunta in cielo in anima e corpo. Non avendo mai sperimentato la caducità del peccato originale, ha superato la morte e ha sperimentato direttamente la gloria del cielo. La fede di Maria, espressa nel Magnificat, è un esempio della sua profonda umiltà e del suo amore per Dio. Si legga quanto segue:

Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore

 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

 perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome. (Cf. Lc 1,46-49).

Maria stessa dopo l’annuncio dell’arcangelo Gabriele aveva maturato la coscienza di essere stata oggetto di una particolare grazia divina in vista della sua specialissima maternità. Il “Messaggero celeste” le aveva rivolto parole inedite ed inaudite:

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio […]. Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. (Cf. Lc 1,26-38).

Maria, con il suo ‘Sì’, ha partecipato attivamente all’opera della Redenzione, come insegna la Chiesa, e per questo è chiamata ‘Corredentrice’. Nel Vangelo di Giovanni, lei non ha altre parole da consegnare all’umanità se non quelle pronunciate durante le nozze a Cana di Galilea: ‘Fate quello che vi dirà’.” Si leggano le parole bibliche:

Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». (Cf. Gv 2,3-5).

Fare ciò che Gesù insegna è l’appello costante che la Vergine Madre rivolge all’umanità. Come Abramo è il paradigma e il capostipite della fede ebraica, Maria è il paradigma e la capostipite della Nuova ed Eterna Alleanza. Questa affermazione non è in alcun modo eterodossa.

Maria ha presenziato a tutti gli eventi cruciali della storia della salvezza: dalla nascita di Gesù, al suo ministero pubblico, ai piedi della Croce, al sepolcro vuoto e infine alla Pentecoste. Come si legge nel Libro degli Atti degli Apostoli:

Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù. (Cf. At 1,14).

Maria, insieme agli Apostoli e alla Chiesa nascente, pregava affinché si adempisse la parola di Gesù ed essi ricevessero il dono promesso dello Spirito Santo, ovvero la potenza adeguata per intraprendere, organizzare e realizzare l’opera missionaria.

Infine, molti Padri della Chiesa e mistici cristiani hanno letto questo passo dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo sotto la lente della devozione e della venerazione per la Madre del Signore:

Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. (Cf. Ap 12,1).

In questo passo scritturistico, il mistero dell’incarnazione di Cristo è evidente e descritto con un linguaggio profetico tipico della Bibbia. Maria, con la sua corona di dodici stelle (che simboleggiano gli Apostoli), appare in tutta la sua gloria. Questi elementi biblici spiegano perché Maria occupa un posto così importante nella Chiesa Cattolica e ricopre un ruolo fondamentale nella storia della salvezza. Da Maria, i credenti possono trarre insegnamento e ispirazione per accogliere la fede in modo autentico. La sua profonda capacità di ascolto, l’umiltà che la contraddistingue tra le figure femminili della Sacra Scrittura, e la sua accoglienza pratica della Parola di Dio, sono esempi preziosi da seguire e imitare. La spiritualità mariana, intesa nel suo significato profondo, è un faro di speranza e conforto per la fede. Imparare da Maria significa entrare in un percorso di discepolato autentico, un cammino che insegna ad aprirsi alla Parola di Dio, lasciandosi plasmare dalla sua forza e verità, e a coltivare l’ascolto, non solo come semplice atto uditivo, ma come apertura profonda al prossimo, sviluppando empatia e capacità di relazione.

Maria non insegna con formule magiche, ma attraverso la sua stessa vita, come testimoniato dalla Bibbia. Immaginando di calarsi nei suoi panni durante la Passione di Gesù, si può provare a comprendere cosa abbia provato questa madre di fronte al trattamento riservato al suo Figlio giusto e innocente. Si può cercare di capire come abbia sopportato la sua morte cruenta e come abbia vissuto gli anni del suo ministero pubblico.

Appendice: Maria nella Lumen Gentium

La Bibbia presenta una Maria sempre composta, in ascolto orante della Parola di Dio, pronta a renderla viva, concreta e operante. La vita e la fede di Maria costituiscono un esempio fondamentale per conoscere, approfondire e imitare un modello di fede che aiuta a crescere nella fede e nell’umanità cristiana. La sua vita, segnata da umiltà e obbedienza alla volontà di Dio, offre un modello di fede che ispira e guida i credenti nel loro cammino di crescita spirituale. In definitiva si forniscono alcune indicazioni per ulteriori approfondimenti.

Il capitolo VIII della Lumen Gentium, intitolato “Sulla Beata Vergine Maria“, offre un’importante esposizione dell’insegnamento della Chiesa Cattolica riguardo a Maria e il suo ruolo all’interno del popolo di Dio. Ecco alcuni punti chiave che puoi considerare:

  1. Maria come Madre di Dio: Il capitolo sottolinea il suo ruolo unico come Madre di Gesù, evidenziando l’importanza della sua accettazione della volontà divina.
  2. Intercessione di Maria: Viene affermato che Maria continua a intercedere per i fedeli, fungendo da mediatrice tra Dio e l’umanità.
  3. Modello di fede: Maria è presentata come un modello di fede e di obbedienza, invitando i credenti a seguire il suo esempio.
  4. Ruolo nella Chiesa: Il documento riconosce Maria come figura centrale nella Chiesa, sottolineando la sua partecipazione al mistero della salvezza e il suo legame con la comunità dei credenti.
  5. Riconoscimento ecumenico: Sebbene il capitolo sia rivolto principalmente ai cattolici, è anche un invito ai non cattolici a comprendere la vera dottrina della Chiesa sulla Vergine Maria.

In sintesi, il capitolo VIII della Lumen Gentium non solo riassume l’insegnamento tradizionale della Chiesa su Maria, ma lo presenta anche in un contesto che invita alla riflessione e alla comprensione più profonda del suo ruolo nel piano di salvezza.

La Chiesa, in un sussurro di secoli, ha riconosciuto quattro verità su Maria, come stelle luminose nel cielo della fede.

La Maternità Divina, proclamata al Concilio di Efeso nel 431, è un fulmine che illumina il mistero: Maria, donna umile e piena di grazia, è la Madre di Dio, il cui grembo ha accolto la luce del mondo.

La Perpetua Verginità, confermata a Costantinopoli nel 553, è un canto di purezza e di amore. Maria, sposa immacolata, ha dato alla luce il Figlio di Dio, rimanendo vergine prima, durante e dopo la nascita. Un mistero che svela la potenza di Dio e la bellezza della sua scelta.

L’Immacolata Concezione, proclamata da Papa Pio IX nel 1859, è un’alba nuova. Maria, preservata dal peccato originale, è stata concepita senza macchia, un vaso d’oro pronto ad accogliere il tesoro della divinità.

L’Assunzione in Cielo, definita da Papa Pio XII nel 1950, è un’ascensione gloriosa. Maria, alla fine della sua vita terrena, è stata assunta in cielo, corpo e anima, a coronamento della sua fede e della sua obbedienza.

Queste verità, come pietre preziose incastonate nella corona della fede, illuminano e guidano, rivelando la grandezza di Maria e la sua profonda unione con il suo Figlio. La figura di Maria, come ha posto bene in evidenza il noto scrittore e giornalista Vittorio Messori in “Ipotesi su Maria, Fatti, indizi, enigmi“, Ares; 6° edizione (28 settembre 2020), pp.688, è strettamente ed intimamente ancorata a Cristo. Pertanto, la mariologia richiede inevitabilmente un approccio adeguato alla cristologia. È alla luce di Cristo che si comprende meglio e correttamente il ruolo e la funzione di Maria nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa.

Giuseppe Lubrino

Foto in IA di Chil Vera da Pixabay


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