8 libri x 1 mese – ottobre2025 #consiglilettura #libri

Questo mese vi racconto i seguenti titoli:

Recensioni e consigli librari, con le uscite di ottobre.

1 – Con Francesco. Il primo italiano, Aldo Cazzullo offre una biografia, accessibile e intensa, di san Francesco d’Assisi, presentandolo non solo come santo, ma come figura fondativa dell’identità italiana. Il libro ripercorre i momenti chiave della sua vita: la giovinezza inquieta, la rottura con le ricchezze familiari, la scelta radicale della povertà, la fraternità con i piccoli e con il creato, fino al dono delle stigmate.
Lo stile è chiaro, divulgativo e appassionato: rende Francesco vicino e attuale, capace di parlare al nostro tempo, segnato da disuguaglianze, crisi ambientali e sete di autenticità. L’autore sottolinea come il Poverello abbia lasciato un’impronta profonda sulla lingua, sull’arte e sulla spiritualità, tanto da poterlo considerare il “primo italiano”: non in senso nazionalistico, ma come colui che, con il Cantico delle Creature e con il presepe, ha contribuito a plasmare l’immaginario collettivo del nostro Paese.
Tra i punti di forza vi è la capacità di unire racconto storico e riflessione attuale, senza cadere nell’eccessiva devozione né nella freddezza accademica. Il libro riesce a trasmettere tanto la concretezza della vita medievale quanto il fascino eterno del messaggio francescano.
Naturalmente, chi cerca un’analisi specialistica troverà il testo più sintetico e divulgativo che critico. L’intento non è quello di fornire un trattato storiografico, ma di restituire il carisma di Francesco a un pubblico vasto, mostrando come la sua scelta radicale parli ancora oggi.
In conclusione, è una lettura che emoziona e interroga, capace di far riscoprire un santo che, proprio scegliendo di farsi “minore”, è diventato gigante della fede e simbolo di un’Italia che trova le sue radici nella fraternità, nella semplicità e nella pace. Voto 5/5

2 – Il cerchio dei giorni di Ken Follett è un romanzo storico ambientato nel Neolitico, in un’epoca in cui l’uomo sta passando dalla vita nomade a quella stanziale. Ken Follett immagina le origini di una grande impresa collettiva: la costruzione di un cerchio di pietre che richiama la nascita di Stonehenge.
Protagonisti della storia sono Seft, un giovane cavatore di selce che sogna di cambiare il proprio destino, e Joia, una donna ambiziosa e visionaria che desidera realizzare qualcosa di duraturo per la sua comunità. Attorno a loro si intrecciano rivalità tribali, lotte per il potere, passioni e sacrifici, in un mondo dominato dalla natura e dalle sue leggi spietate.
Il romanzo unisce ricostruzione storica e riflessione universale: racconta la nascita della cooperazione, della fede e dell’idea di progresso. Follett mostra come, anche in un’epoca arcaica, l’essere umano sia spinto dal desiderio di costruire, lasciare un segno e credere in qualcosa che vada oltre la propria vita. Dal punto di vista stilistico, la scrittura è fluida e cinematografica, con un ritmo che alterna momenti di azione e passaggi più meditativi. L’autore riesce a rendere vivida un’epoca lontanissima, anche se a volte i personaggi risultano schematici o troppo “moderni” nei loro pensieri. Nel complesso, Il cerchio dei giorni è un romanzo epico e suggestivo, che invita a riflettere sul valore della comunità, sulla forza dei sogni e sul prezzo del progresso. Nonostante l’ambientazione preistorica, i temi restano attuali: la paura del cambiamento, la ricerca di un senso, la tensione tra egoismo e solidarietà. Voto 5/5

3 – Il mostro innocente è un libro-inchiesta che ricostruisce uno dei casi giudiziari più controversi della storia italiana: quello di Gino Girolimoni, accusato ingiustamente negli anni Venti di una serie di orribili delitti ai danni di bambine a Roma. Federica Sciarelli, con rigore giornalistico e tono empatico, restituisce dignità a un uomo travolto da un’ingiustizia mediatica e politica. L’opera si apre nel pieno del clima del regime fascista, quando l’opinione pubblica chiede un colpevole e il governo ha bisogno di dimostrare efficienza e controllo. Girolimoni, un fotografo dal profilo tranquillo, viene scelto come capro espiatorio: arrestato, esposto alla gogna, condannato dalla stampa prima ancora che da un tribunale. Quando infine si dimostra la sua innocenza, il danno è irreparabile. Il suo nome resta legato per sempre a una colpa che non ha mai commesso. Il merito principale del libro è quello di ridare voce e volto all’uomo dietro il “mostro”. Sciarelli scava nei documenti, nei giornali e nelle testimonianze, ma soprattutto nella psicologia collettiva di un Paese che, per paura e propaganda, ha bisogno di credere alla colpevolezza di qualcuno. Il ritmo narrativo è scorrevole, quasi da romanzo, ma la scrittura resta fedele ai fatti e alle fonti. Dal punto di vista stilistico, il tono è sobrio ma partecipe: non c’è sensazionalismo, bensì un senso di indignazione misurata che accompagna il lettore fino alla fine. L’autrice mostra come la verità giudiziaria non basti a cancellare un’ingiustizia sociale e morale: Girolimoni è un simbolo di quanto possa essere devastante il potere dell’opinione pubblica quando è guidato dalla paura e dall’autorità. In conclusione, Il mostro innocente è un libro necessario. Non solo riporta alla luce una vicenda dimenticata, ma ci obbliga a riflettere su come ancora oggi le persone possano essere “condannate” dalla narrativa mediatica prima che dalla giustizia. È una lettura densa e dolorosa, ma anche profondamente umana. Voto 4,5/5

4 – L’ultimo segreto di Dan Brown è un romanzo che si svolge principalmente a Praga, capitale della Repubblica Ceca, una città ricca di storia, architettura gotica e mistero. Robert Langdon e Katherine Solomon si trovano immersi in un contesto urbano che mescola elementi storici e leggende locali, come il Golem, una figura mitologica ebraica. La città diventa un labirinto simbolico, con castelli, cattedrali e sotterranei che riflettono la complessità del mistero che i protagonisti cercano di risolvere. La relazione tra Robert Langdon e Katherine Solomon si sviluppa nel contesto del romanzo precedente, Il simbolo perduto, dove i due personaggi si avvicinano professionalmente e intellettualmente. Ne L’ultimo segreto, la loro connessione si approfondisce, mostrando una dimensione più personale e affettiva. La scomparsa di Katherine funge da catalizzatore per Langdon, spingendolo a intraprendere un viaggio non solo fisico, ma anche emotivo, alla ricerca di risposte e di lei. La trama ruota attorno alla misteriosa scomparsa di Katherine Solomon durante una conferenza a Praga. Langdon viene coinvolto in un intrigo che mescola scienza, religione e simbologia, cercando di decifrare antichi codici e affrontare forze occulte. Il romanzo esplora temi come la coscienza umana, il potere del sapere e il conflitto tra scienza e fede. Il romanzo intreccia diversi livelli di mistero:
Religioso: simbologia cristiana e mistica legata a Praga e alla leggenda del Golem / Scientifico: la mente umana, la memoria e la coscienza sono indagati attraverso enigmi e studi scientifici di Katherine / Storico: i riferimenti a famiglie nobili, documenti antichi e segreti custoditi da secoli. Ogni indizio è costruito secondo la logica tipica di Dan Brown: collegamenti tra arte, architettura e storia che solo una mente esperta come quella di Langdon può decifrare.
La storia d’amore tra Langdon e Katherine si sviluppa dal precedente romanzo Il simbolo perduto, creando continuità emotiva nella serie. L’approccio agli enigmi, alla simbologia e ai luoghi storici segue lo schema dei romanzi precedenti: Il Codice Da Vinci, Angeli e Demoni e Inferno. I temi scientifici e religiosi si intrecciano in modo sempre più approfondito, mostrando l’evoluzione del personaggio di Langdon da semplice esperto di simbologia a figura più empatica e consapevole delle implicazioni morali delle scoperte.
Capitoli brevi e ritmo serrato: aumentano suspense e tensione, tipico dei thriller di Dan Brown. Alternanza di punti di vista: Langdon e altri personaggi forniscono prospettive diverse, aumentando il coinvolgimento del lettore. Bilanciamento tra azione e riflessione: i momenti di corsa e pericolo alternano sezioni di analisi e decifrazione di codici.
L’ultimo segreto è un thriller storico e intellettuale che combina:
mistero e suspense, indagini scientifiche e storiche, una sottile storia d’amore che accompagna Langdon in ogni passo.
Il romanzo è ideale per chi ama: enigmi storici, simbolismo, thriller ad alta tensione e storie di personaggi che crescono anche sul piano emotivo, non solo intellettuale. Voto 4,5/5

5 – Tanta ancora vita è un romanzo intenso, intimo e attuale. Viola Ardone torna con una storia che unisce due dolori lontani nel tempo e nello spazio: quello di una donna napoletana segnata dalla perdita del figlio e quello di un bambino ucraino in fuga dalla guerra. Due esistenze ferite che, incontrandosi, trovano una possibilità di rinascita. La protagonista, Vita, vive sola, ripiegata su se stessa, prigioniera del lutto e della malinconia. La sua quotidianità, fatta di silenzi e ricordi, viene sconvolta dall’arrivo di Kostya, un bambino che attraversa l’Europa per raggiungere la nonna Irina, domestica ucraina che lavora a Napoli. Lo zaino di Kostya contiene pochi oggetti e un dolore grande come il mondo. Quando Vita decide di accoglierlo, senza sapere davvero perché, inizia un percorso che la costringerà a riaprire il cuore, a lasciarsi contaminare dalla fragilità e dalla speranza dell’altro. Il romanzo intreccia due piani: quello individuale e quello collettivo. Da una parte la guerra che distrugge case, affetti, infanzie; dall’altra le guerre invisibili di chi sopravvive, di chi tenta di convivere con la perdita. Ardone racconta tutto questo con una scrittura limpida, empatica, ma mai patetica. Non cerca di commuovere con la retorica del dolore: mostra la vita che insiste, anche dove sembrava finita. Il linguaggio è semplice e preciso, la narrazione scorre con un ritmo pacato, pieno di pause e sguardi. I personaggi parlano poco, ma i loro gesti dicono molto: una tazza di tè offerta, una finestra aperta, un sorriso che ritorna dopo anni. Il mondo esterno – la guerra, le frontiere, la fuga – resta sullo sfondo, ma è sempre presente come eco costante, come ferita che accomuna i destini. Il cuore del libro è il tema della cura: la possibilità di ricominciare attraverso l’altro, di trovare un senso anche quando sembra non esserci più nulla da salvare. Vita impara che la maternità non è solo sangue o biologia, ma ascolto, presenza, dono. Kostya scopre che la perdita può convivere con l’amore, che la vita non smette di sorprendere. Ardone costruisce un romanzo che parla di dolore senza cedere al pessimismo. Mostra che il lutto non si cancella, ma si può abitare, trasformare. È un libro pieno di delicatezza e compassione, che invita a non arrendersi alla paura, alla chiusura, all’indifferenza. Tanta ancora vita è una storia di rinascita. Racconta che, anche nel buio più fitto, qualcosa può ancora germogliare: un legame, un gesto, un respiro. E che, come suggerisce il titolo, c’è sempre — nonostante tutto — tanta vita ancora. Voto 4,5/5

6 – Alzarsi all’alba è un libro che raccoglie riflessioni e storie vere sul valore della fatica, della costanza e della dedizione. Mario Calabresi racconta persone comuni che ogni giorno si alzano prima del sole — non solo in senso letterale, ma come metafora di chi affronta la vita con responsabilità e coraggio, senza cercare scorciatoie. Il filo conduttore è la dignità del lavoro silenzioso e dell’impegno quotidiano. Calabresi mostra come la fatica, spesso vista come un peso da evitare, sia invece ciò che dà senso alle cose. Ogni storia è un piccolo frammento di umanità: un infermiere che non si arrende davanti alla sofferenza, un genitore che si prende cura di un figlio malato, un artigiano che continua a lavorare con le mani anche quando tutto sembra spingere verso la velocità e la superficialità. Lo stile è sobrio, diretto, ma profondamente empatico. Calabresi scrive con rispetto e partecipazione, senza retorica. Il tono è quello di chi ascolta e restituisce voce, non di chi giudica o predica. Le sue pagine invitano a riscoprire il valore delle cose lente e vere, dei gesti che non fanno rumore ma costruiscono senso. Il libro è anche una riflessione sul nostro tempo: viviamo in una società che celebra il successo rapido, l’immagine e la comodità. Calabresi invece ci ricorda che la felicità passa attraverso la fatica, l’impegno e la capacità di perseverare anche quando nessuno ci guarda. Forse il limite del libro sta proprio nel suo intento edificante: alcune storie tendono a idealizzare la fatica, rischiando di apparire troppo esemplari. Ma la sincerità con cui sono raccontate restituisce comunque autenticità e commozione. Alzarsi all’alba è, in definitiva, un libro che parla di resilienza, di dignità e di speranza. Un invito a guardare alla vita quotidiana con occhi nuovi, riconoscendo valore anche in ciò che sembra piccolo o invisibile. Dopo averlo letto, viene voglia di alzarsi davvero prima del sole — non per dovere, ma per gratitudine. Voto 4/5

7 – Infine, Gli occhi della lince è l’ottavo capitolo della serie Millennium, nata per mano di Stieg Larsson e oggi portata avanti da Karin Smirnoff. La storia si svolge nel Nord della Svezia, tra paesaggi gelidi, villaggi isolati e tensioni legate allo sfruttamento ambientale. In questo scenario tornano Lisbeth Salander e Mikael Blomkvist, ormai figure simboliche di un mondo in cui potere, denaro e tecnologia si intrecciano pericolosamente. Al centro della trama, c’è Svala, una giovane con doti straordinarie per la matematica, legata a Lisbeth da un legame familiare e da un passato oscuro. Il mistero ruota attorno a una chiave informatica che nasconde un ingente patrimonio digitale, conteso da forze economiche e criminali. Intorno, si muovono proteste ecologiste, società minerarie e conflitti etici che rendono la vicenda densa di attualità. Smirnoff riesce a mantenere la tensione del thriller, ma sposta il baricentro verso temi contemporanei: l’ambiente, il capitalismo digitale, la memoria familiare. La scrittura è asciutta, visiva, e rende bene la durezza del Nord svedese, dove il freddo sembra riflettere la distanza emotiva tra i personaggi. Lisbeth è più matura, più controllata, ma conserva la sua rabbia lucida e la sua fame di giustizia. Il romanzo alterna momenti di grande suspense a parti più lente, dove la complessità della trama rischia di appesantire la lettura. Tuttavia, la costruzione dei personaggi resta uno dei punti di forza: Smirnoff restituisce umanità anche ai comprimari, mostrando come nessuno sia del tutto innocente o colpevole. Gli occhi della lince è un noir scandinavo moderno, in cui le ombre non nascono solo dal crimine, ma dall’indifferenza, dall’avidità e dal dolore taciuto. È un capitolo che non reinventa la saga, ma la rinnova con coerenza e intensità, ricordando che Lisbeth Salander rimane una delle eroine più complesse e affascinanti del nostro tempo. Voto 4,5/5

M. Alessia Del Vescovo


8 – Noi diciamo “Bisanzio”, “bizantino”, e pronunziamo queste parole e tutte quelle che appartengono all’area semantica da esse disegnata   con un qualche sottinteso ancor limitativo se non addirittura peggiorativo:  non si è ancora dissipata, attorno a quei nomi, l’aura di decadenza, di vizio, di perfidia che indebitamente la nostra cultura ha sparso loro attorno.
Che le cose stiano altrimenti, chiunque sia dotato di una qualche cultura storica, letteraria, filosofica e artistica lo sa molto bene. E molto bene lo si sapeva in Europa durante quel lungo period– che per convenzione noi definiamo “medioevo”. Ma il divaricarsi linguistico, liturgico, culturale e anche giurisdizionale e amministrativo fra una Chiesa “greca”, orientale, e una “latina”, occidentale, fu favorito dai vescovi di Roma desiderosi di affrancarsi politicamente da una pesante tutela e a sua volta favorì un allontanamento anche gerarchico, disciplinare e teologico che condusse allo scisma del 1054.
Eppure, nessuna delle due parti considerò mai quello scisma né irreversibile, né definitivo.
Furono gli eventi connessi con la  cosiddetta “Quarta Crociata”, e quindi con la politica decisamente ierocratica di Innocenzo III, a imporre alla questione bizantina una svolta. Si continua a discutere sul significato e sul carattere della soluzione di continuità determinata nell’impero d’Oriente dall’oltre mezzo secolo d’intrusione latina, fra 1204 e 1261, e  sul valore della “restaurazione” della dinastia dei Paleologhi. Certo,  nei confronti di  quel potere e di quell’autorità  “neoimperiali”, l’atteggiamento dei pontefici romani mutò: eppure, quel che continuava loro a premere era comunque un ritorno all’unità ecumenica della Chiesa che lo scisma del 1054 aveva incrinato forse, non tuttavia compromesso e tantomeno cancellato. Un problema che il concilio fiorentino di metà Quattrocento, concluso con una forzosa unità stipulata sotto la minaccia e il ricatto dell’incombente pericolo ottomano fu ben lungi dal risolvere.
Il libro Tra Roma e Bisanzio, di Vito Sibilio, ripercorre, studiandone alcune tappe fondamentali, l’avventura di questa difficile eppure stretta fratellanza nell’età che noi definiamo “medievale” tra le due Rome, la pontificia d’Occidente e l’imperiale d’Oriente. Un colloquio tragicamente interrotto nel 1453 con la morte dell’ultimo imperatore romano d’Oriente, ma continuato nel complesso rapporto tra la chiesa “cattolica” romana e quelle “ortodosse”. Oggi, mentre i patriarchi orientali rivendicano la loro autorità e il loro ruolo nel momento stesso nel quale manifestano tuttavia un rispetto e una considerazione nei confronti del loro “collega” romano mai fino ad oggi ostentata con tanta chiarezza,  le aquile bicefale imperiali tornano a risplendere sulle guglie del Cremlino di Mosca, dove i dignitari della Chiesa ortodossa hanno recuperato un rango al quale non erano più abituati da oltre novant’anni. Si ricomincia a parlare di unione: ma si assiste anche al riemergere di antiche tensioni e di non meno antiche polemiche, teologiche e non. Il  libro di Vito Sibilio, in questo senso, possiede un’obiettiva, sorprendente attualità.

(rid. dalla prefazione del libro, di Franco Cardini)    


Classifica libri del mese di ottobre:

Classifica libri ottobre 2025

Scopri di più da Club Theologicum

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Un pensiero riguardo “8 libri x 1 mese – ottobre2025 #consiglilettura #libri

Aggiungi il tuo

Lascia un commento

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑