Un sacrificio per il domani.

Efesini 5,1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2 e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

 

Non so quanti ricordano la difficile notte del 6 aprile 2009. Ricordo perfettamente anche gli eventi successivi, quando un numero altissimo di volontari e soccorritori da tutta Italia accorsero sul capoluogo abruzzese. Anche io partii. Ricordo chi era con me, fianco a fianco, nel campo base di protezione civile presso Bazzano. C’era chi decise di dedicare tantissimo tempo per chi soffriva psicologicamente, materialmente e moralmente. C’era chi aveva deciso di donare tutto sé stesso, da mattina a sera, senza riserve, senza pause. Donarsi, incredibilmente fino all’ultima forza nel corpo, per chi soffre per donargli un pò di sollievo.

Questa esperienza viva, per volontari del soccorso, persone terremotate e anche chi osservava tutte le operazioni di soccorso da casa, per quanto esperienza di dolore, è immagine concreta e reale di Gesù Cristo che, in coloro che credono in Lui, agisce e si offre continuamente. Gesù, donò tutto sé stesso, nel Preziosissimo Corpo e Sangue, e si fece sacerdote e al tempo stesso vittima. Come anche San Tommaso D’Aquino, Gesù si fece vittima perfetta e offrì sé stesso per espiare il peccato di tutta l’umanità. Essendo Gesù senza peccato, egli divenne vittima pacifica per il peccato. (S. Th, III, q. 22. A,1. Corpus).

Nel suo sacrificio, la vittima Gesù istituì un sacrificio d’amore senza fine, per noi uomini, sofferenti, peccatori, straziati dal peccato e dalle tentazioni demoniache ogni giorno. Contro tutte le nostre cadute, ferite continue egli ci dà un sollievo perenne, una certezza che pure nei momenti di “terremoto” Lui sarà con noi, a offrirsi continuamente, in un sacrificio incruento, per ritrovare sollievo e speranza. Così come tutti gli italiani cantavano per gli abitanti di l’Aquila

Dove sarò domani che ne sarà dei miei sogni infranti, dei miei piani/ Dove sarò domani, tendimi le mani, tendimi le mani 

Non c’è un domani che sia così terribile che non possa essere riempito dall’amore di Cristo sacerdote e Cristo vittima. Nella sua donazione così grande, tutti noi attingiamo forza e consapevolezza che possiamo donarci per gli altri, come Lui fece, per dare senso pure al futuro. Senza il canale fonte di Amore e Dono, tutto quello possiamo proporre un’opera filantropica, che seppur buona è priva di quel fondamento profondo ed esistenziale, dunque senza l’orizzonte della fede e della carità.

Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP

Gesù dolce Gesù Amore

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