Nel segreto dell’abbandonarsi fiducioso.

Mt 26, 42 E di nuovo, [Gesù nel Getsemani] allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».

 

Una delle storie più belle e allo stesso tempo complesse che ho letto per la letteratura francese è certamente l’opera di Victor Hugo, I Miserabili. In questa opera, gli scontri e le ansie della Parigi rivoluzionaria e restauratrice si incontrano con le vicende dei personaggi. I protagonisti sono molti: a me ha sempre colpito l’amore di Jean Valjean per la sua figlia adottiva, Cosette. Non voglio anticipare nulla agli amici del Club curiosi di leggere il romanzo di Hugo: eppure Valjean ha un amore paterno, viscerale, a volte fin troppo geloso. Questo allo stesso tempo è un amore di un padre, che arriva a spendersi in tutto e per tutto per una figlia.

La storia di Valjean e Cosette può, in maniera imperfetta, provare a renderci presente l’amore che c’è fra Gesù, il Figlio di Dio, e suo Padre. È una relazione vera, reale, sussistente, intrisa di amore e di donazione l’uno all’altro. E soprattutto è una relazione che non lede la libera volontà di Gesù nel suo dono della vita per l’umanità intera. Per fede infatti noi sappiamo che ciascuna delle due nature in Cristo possiede una propria volontà e un proprio modo di operare. Dunque Gesù, sia come uomo, sia come Dio nella sua umiltà decise spontaneamente di amarci fino alla fine, e donare la sua vita, per la nostra liberazione dai peccati. Per questa grande missione, Gesù sapeva di dover subire il terribile supplizio della Croce: nel momento in cui questo momento si stava concretizzando, nel Getsemani, nostro Signore si abbandonò completamente all’abbraccio fiducioso di Dio Padre.

Per noi, questo è un esempio di fiducia incondizionata. È difficile, nella cultura di oggi, vessata dalle tentazioni del perfezionismo e dell’attivismo, pensare di poter affidare la propria vita a qualcun altro. Anche per noi credenti, non sempre è facile dire al Signore “sia fatta la tua volontà”. In tutti i nostri Getsemani, nei calici che Dio Padre vuole che per noi non passino, l’atto di fede e speranza più profonda è proprio quella di lasciarsi abbracciare dalla carità di Gesù, del Padre e dello Spirito Santo. Una citazione dallo sferzante Umano troppo umano del filosofo F. W. Nietzsche sembra spiegare bene questo grande mistero:” Ciò che il padre ha taciuto, prende parola nel figlio. E spesso ho trovato che il figlio non era, se non il segreto denudato del padre”.  Questo è uno degli insegnamenti più forti, uno svelamento / denudamento voluto da Gesù stesso sulla natura di Dio

È accettare così che anche la sofferenza più profonda è permessa, aiutata e colmata dalla forza dell’amore trinitario.

Gesù dolce, Gesù amore

Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP

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