Dal vangelo secondo Luca,
6 39 «Può forse un cieco guidare un altro cieco? […] Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. »
A quindici anni vidi per la prima volta lo straordinario Rain Man – L’uomo della Pioggia. Un film commovente col premio oscar Dustin Hoffman, nei panni del disabile mentale Raymond Babbit e un giovane Tom Cruise invece che interpreta suo fratello Charlie. I due fratelli, dopo un inizio nervoso, contrastato, e ai limiti del violento, pian piano giungono ad amarsi. A guardarsi con occhi diversi.
Non svelo oltre. Un film sulla disabilità con un grande contenuto.
Rain Man – L’uomo della Pioggia, locandina.
Gesù ce lo ricorda oggi. C’è una cecità sapienziale e contemplativa da cui dobbiamo metterci in guardia. Consiste in una incapacità di guardarsi dentro, identificare le pagliuzze del proprio cuore. Questi piccoli ostacoli ci di allontanano da Dio, dal vivere una vita di fede serena, e ci distolgono nella preghiera e nella carità.
Al contrario Gesù ci offre uno sguardo d’amore. Uno sguardo sapienziale che schiude a noi stessi il segreto che siamo: spalanca una prospettiva nuova sulla nostra vita, sui nostri pregi e difetti.
Per imparare a cogliere questo dono, occorre, come fece San Giovanni Crisostomo: fare memoria/ anamnesi del dono eucaristico che riceviamo ogni volta; ricordiamoci che l’unico pane e vino che sfama è quello di Cristo, che si offre nel Suo Corpo e Sangue. Saremo pronti al miracolo per il quale è Gesù che si assimila noi.
E così anche noi, piccoli uomini della pioggia gesuani, potremo essere maestri nell’Unico Maestro.
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
Gesù dolce, Gesù amore
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