Maria, protettrice di Nettuno. #figlideltuono

Da quando ero piccola, ma che dico? Da quando ero nella pancia di mia mamma, ho sempre partecipato alla processione, anzi alle processioni in onore della Madonna delle Grazie di Nettuno. La tradizione esige che la preziosa immagine di Maria, posta nel Pontificio Santuario a Lei dedicato, venga portata solennemente per le strade di Nettuno il primo sabato di maggio, rigorosamente in spalla dai ragazzi della Confraternita e che sosti, per otto giorni, nella parrocchia dei santi Giovanni Battista e Giovanni evangelista. Quindi la seconda domenica di maggio, la Madonna rientra nel Santuario. Chi non ha mai partecipato a tale avvenimento non può rendersi conto della sua portata: tutta la città di Nettuno è coinvolta in tali festeggiamenti, accorrono anche tante persone delle città limitrofe. Durante la processione  la Madonna è preceduta da una folta schiera di bambine vestite da angioletti (a proposito, anch’io annovero anni di militanza vestita da angioletto, modestamente!), bambini vestiti da paggetti, ragazzini della Prima Comunione, Confraternite delle parrocchie di Nettuno, banda musicale e: attenzione, attenzione, tredici Priore! L’abito della Priora è il tradizionale costume delle antiche nobildonne nettunesi. Dietro la Madonna (come diciamo noi nettunesi) tutto il popolo: una fiumana di persone che cantano e, di tanto in tanto, gridano:”Evviva Maria!”

L’effigie della Madonna delle Grazie approda sulle coste nettunesi nel lontano 1550 quando alcuni marinai inglesi, sorpresi da una tempesta, dovettero fermarsi a Nettuno: essi calmatesi le acque, pensarono di ripartire, ma come tentavano di allontanarsi dalla città, le acque del mare si ingrossavano. Questo segno fu interpretato come la volontà di Maria di fermarsi per sempre a Nettuno e da allora l’immagine fu accolta con devozione e felicità dal popolo e fu posta nell’antica chiesetta di san Rocco, oggi ampliatasi e diventata Pontificio Santuario di Nostra Signora delle Grazie e di santa Maria Goretti. Quante volte ho ascoltato questa storia da mia nonna! I nettunesi la tramandano di generazione in generazione, con orgoglio e con le lacrime agli occhi, proprio come sto facendo io mentre la scrivo!

Quest’anno a causa della pandemia, non è stato possibile rendere omaggio alla tradizione: la Madonna è rimasta nel Santuario, i bambini non sono potuti uscire, le Priore non hanno sfoggiato l’abito nettunese per eccellenza, i ragazzi della Confraternita (i così detti incollatori) non hanno potuto intonare il canto a Maria mentre la prendono tra le loro braccia. Ma la pandemia non ferma i nettunesi e ogni persona credente che a gran voce, seppur ognuno nella propria casa, grida: “Evviva Maria!” con la speranza che il prossimo anno, il primo sabato di maggio possiamo tornare a celebrare la solennità di Nostra Signora delle Grazie di Nettuno.

PS spero di aver incuriosito i lettori e che tutti accorriate, il prossimo anno alla festa di maggio, perché chi non l’ha mai vista, non può capire fino in fondo della bellezza di cui ho descritto sopra. Evviva Maria!

Elisabetta Di Magno

 

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