La pentecoste manzoniana. #pentecoste

Ci avviciniamo alla celebrazione della festività della Pentecoste e il pensiero corre verso l’inno manzoniano più conosciuto, ma anche più complesso, che ha avuto una gestazione piuttosto travagliata, dovuta a una profonda riflessione sulla storia e sulla possibilità di salvezza dell’uomo, su cui stava meditando.

In età moderna pochi letterati hanno scritto poesie religiose. Chi lo ha fatto è stato, spesso, non capito e accusato di essere troppo incline ad un tono retorico. Ma ancora una volta Manzoni ci mostra la sua modernità, anche in un testo che ha come riferimenti le Sacre Scritture e l’innografia latina. Gli Inni sacri non sono soltanto una manifestazione dell’entusiasmo religioso di Alessandro Manzoni, ma il momento in cui lo scrittore esprime la necessità di dare voce a esigenze collettive e, descrivendo la Chiesa delle origini, vuole celebrare non solo la discesa ma soprattutto l’importanza  della presenza dello Spirito Santo tra gli uomini.

Nella prima parte dell’inno,  viene descritta la situazione della Chiesa prima della discesa dello Spirito Santo, avvenuta cinquanta giorni dopo la Pasqua(in greco “cinquantesimo giorno” si dice pentekosthé heméra), quando gli apostoli, soli e impauriti dopo la morte di Cristo, restavano nascosti, timorosi, senza possibilità di comunicare, come troviamo negli Atti degli Apostoli (2. 1-11), ma  l’avvento dello Spirito, dona loro il coraggio di iniziare la predicazione in tutte le lingue. Anche noi fedeli dovremmo ritrovare il linguaggio adatto per farci apostoli e comunicare in tutti i modi possibili, accogliendo la grazia dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste.

Madre de’ Santi, immagine
Della città superna,
Del sangue incorruttibile
Conservatrice eterna;
Tu che, da tanti secoli,
Soffri, combatti e preghi,
Che le tue tende spieghi
Dall’uno all’altro mar

 

La Chiesa evocata è quella militante, attiva e propositiva, che offre un senso alle vite degli uomini e ne aiuta rileggerne il corso. In questo troviamo ancora una volta l’attualità del messaggio manzoniano, nel desiderio che la comunità cattolica ha di trovarsi  parte attiva di un progetto di cambiamento radicale, soprattutto in momenti in cui l’umanità si confronta con prove durissime come quella che stiamo vivendo.

«Nova franchigia annunziano

i cieli, e genti nove;

 nove conquiste, e gloria

vinta in più belle prove;

 nova, ai terrori immobile

 e alle lusinghe infide,

 pace, che il mondo irride,

 ma che rapir non può»

La discesa dello Spirito Santo garantisce libertà (nova franchigia), pace e giustizia perenne agli uomini, la storia umana necessita della presenza dello Spirito Santo, affinché il male e l’ingiustizia siano debellati , i peccati siano perdonati e i dolori consolati. Il riscatto di chi soffre si compie nella certezza della presenza di Dio e della sua mano provvidenziale. A lui ci affidiamo la prossima domenica, certi e sicuri che l’affidamento allo Spirito Santo ci sarà di conforto anche nei momenti bui.

Giorgia Pietropaoli

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