Buongiorno a tutti, sono Ale e oggi vi parlerò di un meraviglioso film del 2008:”La mia fedele compagna”.
Questa pellicola racconta la vera storia di Brad Cohen, un uomo che ha fatto di un suo limite il proprio punto di forza, una persona fortissima che non si è mai arresa e che ha saputo trasformare, quella che in molti avrebbero visto come una nemica, nella sua fedele compagna…la Sindrome di Tourette.
Brad all’età di 6 anni incomincia a mostrare i primi sintomi della Tourette, una malattia neurologica caratterizzata da tic motori e vocali involontari e totalmente incontrollabili.
La sua situazione lo porta ad essere continuamente deriso dai suoi compagni e a non essere accettato dal padre e dai suoi insegnanti, che reputano i continui versi che fa solo come capricci per attirare l’attenzione, ma per fortuna la mamma non si arrende, si reca in biblioteca e qui capisce che il figlio è affetto dalla Sindrome di Tourette.
Questa grande donna, con il suo gesto, insegna a Brad una lezione importantissima, mai arrendersi davanti alle difficoltà, non importa quello che dicono gli insegnanti, lei sa che il figlio non è capriccioso e tramite lo studio e la conoscenza, esattamente il contrario dell’ignoranza che invece regna nelle menti di chi non vuole capirlo, arriva a delineare il problema del giovane ragazzino.
Brad a quel punto decide di accettare la propria disabilità attraverso la conoscenza, insegnando agli altri a non rifiutare ciò che non capiscono, così decide di fare l’insegnante nelle scuole elementari.
Nel prosieguo del film vediamo Brad non arrendersi mai, lo vediamo fare colloqui su colloqui, sempre con il sorriso sulle labbra, certo che quella è la sua strada, la vocazione a cui il Signore lo ha destinato, insegnare a dei piccoli bambini l’importanza dell’ inclusività, della bellezza che può celarsi nella diversità.
Don Gnocchi ai suoi “mutilatini” era solito dire che dovevano quasi essere “fieri” della loro condizione, non dovevano farsi compatire ,ma agire sempre in tal modo da dimostrare a loro stessi e poi agli altri la vita santa che potevano comunque compiere perchè affidandosi al Signore nulla è precluso.
Nessuno è inferiore rispetto ad un altro, la diversità è solo negli occhi di chi guarda con il cuore indurito, siamo tutti figli di Dio, preziosi ai Suoi occhi. Nessuna vita è inutile o non degna di essere vissuta, il disabile ha una dignità datagli in primis da Dio, ha diritto all’integrazione, a sentirsi accettato e amato come qualsiasi altra persona merita.
Se avete tempo andate su Youtube a guardarvi i video che ha pubblicato Brad Cohen, sono certa che non ve ne pentirete!
Alessandra Fusco
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