” Dalla lettera di Giacomo 3,
13 Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza. 14 Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità. 15 Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrena, carnale, diabolica;”
Uno dei passi più belli, più divertenti e anche più ben scritti della letteratura inglese che leggemmo al liceo è certamente la descrizione del ventaglio della signora Windermere, in un’opera teatrale fra serio e faceto di Oscar Wilde intitolata proprio Il ventaglio di Lady Windermere, messa in scena nel 1892.

La signora Windermere, protagonista della commedia, ha un debole per la vanità. In effetti, il ventaglio è l’oggetto che mostra questo aspetto. Inoltre, sfocerà in una continua diffidenza e gelosia nei confronti del marito.
Questo divertente esempio letterario introduce anche il tema della gelosia, dello spirito di contesa, della falsa vanità che in giacomo sono tutte trappole che ostacolano la verità.
La gelosia, lo spirito di contesa e la falsa vanità tendono infatti a distruggere il tratto tipicamente umano di ricerca della relazione, del confronto e della socialità. Questo, se rompe già la relazionalità e vicinanza con il prossimo, ancora di più con Dio. Si genera un isolamento, uno staccarsi da tutti gli altri. L’effetto più grave è il prodursi di una saggezza che non è divina. È, anzi, demoniaca. Divide ciascuno di noi da Dio, dal vero Amore e dalla Ragione. Genera un pensiero ideologico, falso, privo di contenuti profondi,
Perché, al contrario, la vera saggezza divina, la sapienza è ciò che unisce amore e razionalità: il vero sapiente, nella vita cattolica, è colui che, unito intensamente a Dio, ama e conosce e, in seguito, offre spontaneamente frutti di carità materiale e spirituale.
Alla sapienza siamo chiamati tutti, come una relazione intima e feconda col Dio Trinitario, che, nel suo essere uno e trino persona, è di per sé relazione sussistente ed eterna con tutti noi.
Per inciso, questo discorso sapienziale permette anche di cogliere al meglio la bellezza e la cura di sé stessi, come appunto la signora Windermere tutta dedita a pettinarsi. La vanità non è la bellezza: la bellezza è invece espressione dell’armonia fra spirito, anima e corpo della persona. La vanità invece, a volte è effetto invece di una guerra interiore, di uno scontro che genera solo vuoto. Come si dice a Roma, genera solo fuffa.
A noi sta di decidere se il ventaglio fuffoso o la saggezza.
Gesù dolce, Gesù amore
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
Foto di Adina Voicu da Pixabay
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