Lc 24, 44 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: 46 «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno[…] »
Ho visto i film della saga di Harry Potter qualche anno fa. La cosa che più ho trovato originale in questi film, oltre alla trama, è stata l’idea di J.K Rowling di inventare una serie di materie magiche che gli studenti imparavano nella scuola di Hogwarts. Una di queste poi, aveva un nome veramente affascinante, sia nel nome, sia nel contenuto: Difesa dalle Arti Oscure, in cui vari professori – di cui ricordo con sorriso le personalità fra gli altri di Remus Lupin e Dolores Umbridge – insegnavano ai vari maghetti studenti come difendersi dalle terribili insidie del nemico per eccellenza, Lord Voldemort.
L’idea narrativa che esista qualche buon maestro per difendersi dai pericoli esterni, e dunque da singoli soggettivi errori anche a livello intellettuale, mi sembra una ottima metafora della realtà della Chiesa: anch’ essa infatti, quando definisce una dottrina di fede e di morale è infallibile, come insegna il Concilio Vaticano I.
Come anche nei due incontri con i discepoli di Emmaus, è stato Gesù stesso, maestro divino, a dotare tutta la comunità dei credenti e discepoli della infallibilità perché ha spiegato a loro, in maniera estesa, tutte le verità che lo riguardavano. La Chiesa che si è perpetuata nel corso dei secoli a partire da discepoli ed apostoli, ha quindi continuato ad insegnare – con l’aiuto dello Spirito Santo – in maniera corretta, impeccabile e obiettiva le verità sui divini misteri e il comportamento morale dei cristiani. Per preservare dunque il vero insegnamento di tutta la dottrina di Gesù da errori gravi, inoltre storicamente la Chiesa ha espresso pubblicamente la propria fede testimoniale attraverso le dichiarazioni dogmatiche e credute in diversi modi: uno di questi testi scritti è il credo niceno costantinopolitano, che recitiamo a messa ogni domenica.
Insegnare allora è davvero un servizio alla verità che la Chiesa Cattolica ha come compito primario, insieme a quello della carità, della preghiera e dei sacramenti.
In questo suo essere maestra, la santa Chiesa ha creato una certa comunità fra noi credenti: nella fissazione per iscritto dei dogmi infatti, tutta la comunità cattolica si è voluta sempre confrontare non solo fra addetti ai lavori (vescovi e teologi), ma anche con sacerdoti, laici e altri uomini di cultura che si domandavano quale fosse per loro la natura di Dio, di Gesù, dello Spirito Santo e di tutti i principali misteri. La fede nel suo esprimersi ha una sua dinamicità, confronto e rischiaramento, lungi da qualsiasi idea di cieco fideismo. Lo scambio nel mondo dei credenti ha sempre portato ad una crescita di tutti. Un pò come ha scritto Seneca nelle sue splendide Lettere a Lucilio: “C’è un vantaggio reciproco, perché gli uomini, mentre insegnano, imparano.”
Questo modo di insegnare in modo corale/ ecclesiale è la via più bella per imparare, insegnando, tutte le verità su Dio: e ciò implica anche un continuo avvicinarsi a Dio stesso, in modo sicuro e comunitario.
Fr. Gabriele Giordano M. Scardocci OP Gesù dolce Gesù amore
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