« Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare » (Mt 11,27).
Qualche tempo fa ho visto un bel film del 2014 Tutta colpa di Freud. È la storia di un padre, Francesco, psicoterapeuta alle prese con le disavventure sentimentali ed umane delle sue tre figlie: Sara, Marta ed Emma. Fra situazioni paradossali, tragicomiche e quasi surreali, Francesco cerca di mostrare il bello della vita e dell’amore nonostante un mondo che non sembra in grado di esprimerlo.
Questo film ci può mostrare, in piccolo, la nostra storia di filiazione con l’Eterno Padre, la prima persona della Trinità. Lo conosciamo poco ma ugualmente diciamo:
Gloria al Padre!
Il nostro Papà Trascendente, in cui tutti quanti diventiamo padri o biologici o spirituali, è anche nostro papà della vita:
CCC 239 Chiamando Dio con il nome di « Padre », il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d’amore per tutti i suoi figli.
Il catechismo spiega bene due aspetti teologici legati alla teologia trinitaria. Infatti l’Eterno Padre è colui che ha autorità ed è fonte della vita anche nella Trinità: dunque in quella porzione, per noi inimmaginabile poichè siamo nel tempo, l’Eternità, egli dona la vita divina al Figlio, Gesù e allo Spirito Santo. L’Eterno Padre, al tempo stesso, insieme al Figlio e allo Spirito Santo ci dona l’anima al momento del nostro concepimento.
Vediamo allora come l’autorità dell’Eterno Padre, innanzitutto, non è una autorità simile a quella dei militari o le cariche politiche. È una autorità che supera l’iniziale aspetto del comando: Egli cioè comanda solo nel senso che ci ama nello Spirito Santo e ci dona intelletto nel Figlio. Il Padre, come scrive Sant’Ireneo, ha due mani: il Figlio e lo Spirito Santo. Per questo con queste “mani” ci effonde di doni. Questo significa che ogni momento della nostra vita è un dono Suo: ogni istante di un innamoramento oppure ogni momento in cui esercitiamo la nostra intelligenza nella ricerca scientifica o nello studio.
Un altro Suo dono è anche la capacità di saper gustare la bellezza presente nel mondo, anche nei drammi e nelle sofferenze che sembrano non aver nulla a che fare con Lui. Proprio in quei momenti, egli è Padre sollecito a inviare il dono dello spirito Santo della Sapienza. Così sappiamo cogliere e amare ogni tramonto, ogni oceano, ogni sottobosco, ogni arcobaleno, ogni sorriso quindi ogni istante in cui viviamo sapendo che queste realtà creaturali innanzitutto sono un segno di una bontà più grande. Si c’è anche il brutto in questo mondo: l’Eterno Padre incarica noi di mostrare il bello che, momentaneamente viene criptato da quel brutto. Ci saranno familiari le parole del padre Giulio Dellavite: “Solo coloro che cercano di scrutare l’invisibile possono diventare maestri del visibile.” Nell’Eterno Padre possiamo diventare tutti quanti maestri del Bene e del Bello.
Gesù dolce, Gesù amore
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
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