Dal vangelo secondo Matteo,
1, 7 “Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino”
Ci sono storie di coraggio che nascono dal desiderio di piccoli cuori pieni di coraggio. Nel 1993, il capitano dei carabinieri, nome in codice Ultimo, insieme ad un coraggioso gruppo di militari dell’Arma riuscì ad arrestare il capo mafia Totò Riina, responsabile di plurimi e sanguinosi delitti. Leggendo il suo testo – intervista insieme al giornalista Maurizio Torrealta Ultimo – L’uomo che arrestò Totò Riina scopriamo che l’intrepido carabiniere aveva scelto membri dell’Arma definiti ultimi ed emarginati. Elementi su cui nessuno avrebbe fatto affidamento, invece sono stati scelti per la più grande delle missioni della giustizia italiana.
https://www.youtube.com/watch?v=OJVkONI7AEk
In questa sequenza vediamo l’arresto di Totò Riina ricostruito nel film Ultimo – Il capitano che arrestò Totò Riina regia di S. Reali.
Questo esempio ci mostra come Gesù stesso chiama ognuno di noi, da pecora perduta e quasi senza pastore, come ultimo appunto, per un progetto più grande. Più volte il Signore si rivolge a coloro che sono perduti, i poveri, gli emarginati, i peccatori, le vedove, gli sventurati e dona loro la vicinanza del regno di Dio.
Il regno di Dio che è vicino indica un orizzonte di senso più grande, che va oltre quel peccato, quello stato di debolezza in cui queste persone versano: noi non siamo il nostro peccato, il nostro sbaglio, la nostra fragilità. Siamo persone amate da sempre e per sempre dal Signore. E in questo suo grande amore, il progetto che Egli ha su di noi ci permetterà di brillare come stelle nell’oscurità. Ci permetterà di migliorare integralmente come persone. Come pecore perciò siamo transumanti verso il Suo Regno.
La Grazia, la partecipazione alla natura divina, eleva sempre la nostra natura ferita, santificandola, migliorandola e purificandola.
Tutto ciò ci è reso possibile dalla predicazione che noi abbiamo ricevuto dai successori degli apostoli e dai loro aiutanti, i sacerdoti mandati da Gesù stesso: è dunque all’interno di un orizzonte comunitario, come Chiesa unita, che riusciamo a vivere nel pieno delle nostre potenzialità. Ricevuta quella parola di salvezza e di grazia, siamo pieni dell’amore di Dio e possiamo a nostra volta riversarli, come fiumi di speranza, su tutte le altre pecore perdute assetate dell’amore di Dio.
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
Gesù dolce, Gesù amore
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