Ciao a tutti clubbers, sono Ale!
Oggi vi parlo di Servant, che è una serie televisiva thriller-horror rilasciata da Apple TV+ nel Novembre del 2019, prodotta da M. Shamalayan e creata da Tony Bagsallop.
La storia narrata appare fin dall’inizio molto ambigua, le scene a cui ci troviamo ad assistere sono strane, i protagonisti appaiono falsi nella loro allegria che mal cela una tragedia che non capiamo essere accaduta.
Leanne è una giovanissima ragazza dall’aria spaurita, che viene assunta dalla famiglia Turner per badare alla casa e soprattutto al piccolo Jericho, un neonato di pochi mesi figlio primogenito della coppia. Leanne incomincia immediatamente a prendersi cura del piccolo ma nel guardarla compiere quei dolci gesti, di chi si rapporta con un neonato, notiamo subito una cosa… Jericho è una bambola reborn! E immediatamente la nostra mente si riempie di domande:” Perché Leanne non sembra rendersi conto che Jericho è una bambola? E perchè anche sua madre tratta il piccolo feticcio come un bambino vero?” Già qui la nostra mente va in confusione ma le cose si complicano ulteriormente quando al mattino vediamo nella culla un bambino in carne ed ossa! A quel punto ogni certezza nello spettatore scompare:” Da dove esce quel bambino? Prima era una bambola o sono i nostri sensi ad aver sbagliato?” .L’unico che viene in nostro soccorso a questo punto è Sean, il padre del bimbo, perché lui è la sola persona che sembra consapevole del cambiamento del piccolo Jericho da bambola reborn a bimbo in carne ed ossa e qui capiamo di non essere improvvisamente impazziti!
La storia nel trascorrere delle puntate si fa un pochino più chiara ma nulla sembra comunque riuscire a dissipare del tutto la nebbia che aleggia intorno a questa strana, folle tragedia familiare destinata a divenire ogni giorno più intricata e disturbante.
Shamalayan ha descritto questa serie come “un racconto biblico nel mondo moderno” e devo dire che è vero, in ogni gesto e scena possiamo intravedere continuamente un sottotesto religioso. A partire dal nome del bimbo, Jericho, che diviene qui ponte nella famiglia tra l’assoluta dissolutezza e sprezzo della religiosità dello zio e del padre del bambino, e la cieca, totale religiosità della madre e di Leanne. Il simbolismo biblico fa da padrone in molte puntate, basti pensare al cibo considerato impuro nel Levitico e Deuteronomio come i frutti di mare, le anguille, il coniglio, che vediamo invece continuamente cucinati da Sean e sua moglie, proprio nei momenti più ambigui della storia, quasi a voler testimoniare ancor più il senso di disturbante stranezza che lo spettatore coglie in quella scena. Cibi impuri che oltretutto Sean cerca di far mangiare alla pura, dolce Leanne quasi con metodi coercitivi.
Questa serie oscilla continuamente tra il Bene e il Male, i confini tra ciò che è sbagliato e ciò che è giusto sono molto molto sottili. Il Bene qui non trionfa nettamente su ciò che è sbagliato e crudele, per il semplice motivo che non si riesce a capire mai fino in fondo chi è “buono” e chi “cattivo” poichè ogni personaggio è specchio di una realtà distorta a cui ognuno di loro sembra assistere impotente.
Alessandra Fusco
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