Dalla Prima lettera di san apostolo agli Efesini:
1, 9 poiché Dio ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito 10 per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.
Qualche tempo fa, ascoltai un intervento di una signora durante una manifestazione. Ricordo l’appello accorato di questa donna ai grandi valori della fede e dell’amore del prossimo. Subito dopo provai a salutarla, ma non ci riuscii perché c’erano molte persone fra me e lei. Rimasi colpito dallo sguardo con cui lei mi avvolse. Con occhi densi di affetto, mi sentii letto nei pensieri invisibili. Mi bastò un sorriso per salutarla. Come se quello sguardo avesse reso visibile il mio invisibile. Mi pare che questa possa dirsi l’esperienza di andare oltre il visibile e sentirsi abbracciati con affetto nella propria invisibile intimità.
Per questo fine noi abbiamo avuto in dono degli strumenti da Gesù. Cioè il Signore ha istituito i sacramenti affinchè Dio, mysterium invisibile che nessuno ha mai visto diventi visibile per tutti noi.
Per fede noi crediamo:
Il sacramento della nuova legge è un segno efficace di grazia istituito da Cristo.
Nei sette sacramenti, e in particolare nel sacramento dell’Eucarestia, è presente sempre Gesù Cristo che si dona a noi credenti, spalancando le porte del suo indicibile mistero, affinchè possiamo entrare in contatto diretto con Lui. Al fine di poter avere un incontro intimo con Lui ma al tempo stesso concreto, Gesù ha scelto alcuni elementi della creazione (es. acqua, olio, pane, vino…) che siano segno materiale della Sua presenza. Inoltre, questi elementi materiali sono stati riempiti dalle Parole d’Amore di Dio con formule ben precise dette forme (“Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”) e così riempiti realmente della presenza di Dio. Così ogni sacramento ecco avere una forma e una materia concreti, vividi, e in tal modo si rende luogo del nostro incontro con Dio.
Grazie a questa splendido incontro, non solo Dio si fa presente e visibile davanti a noi, ma permette a noi stessi di farci visibili davanti a Lui in tutte le nostre debolezze, piccolezze, fragilità che sono nascoste in fondo al cuore, nelle nostre invisibilità. Accedere ai sacramenti, lungi dall’essere “un dovere”, è l’esperienza di essere riempiti di un amore eterno, sapendo che noi stessi siamo chiamati all’eternità e all’infinità dal Dio Trinitario.
Ci saranno familiari i versi del poeta inglese William Blake: “Se le porte della percezione fossero spalancate ogni cosa apparirebbe all’uomo così com’è. Infinito.” L’esperienza stessa di infinità è a pochi passi da noi. Ricordiamocene ogni volta che partecipiamo alla Messa, ad un Battesimo e a qualsiasi altro sacramento.
Gesù dolce, Gesù amore.
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
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