“Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare.”
Dal vangelo secondo Matteo 14, 24-25
Il mare, più di ogni altro elemento naturale, rappresenta la potenza spaventosa e incontrollabile della natura e ha la capacità di risvegliare timori ancestrali in ognuno noi. Il surf mi ha sempre affascinato perché l’uomo praticandolo riesce a cavalcare onde gigantesche tenendosi miracolosamente in equilibrio su una piccola tavola di legno. A prima vista sembrerebbe uno sport estremo per incoscienti che sfidano la morte, ma in realtà il surfista rischia in modo calcolato, quasi scientifico, abbinando una rigorosa disciplina fisica allo studio accurato dei venti e del moto ondoso. Solo così egli supera la paura dell’abisso e diventa “il re delle onde”.
Nella Bibbia il mare rappresenta in alcuni passi la morte o il male, basti pensare al diluvio raccontato nella Genesi, a come il Mar Rosso ricopra gli Egiziani nel libro dell’Esodo e al Vangelo di Marco dove Gesù seda la tempesta sgridando il mare e il vento quasi come fossero demoni.
Anche nell’interpretazione psicologica classica del linguaggio onirico il mare ha una valenza negativa in quanto simboleggia le immagini delle forze oscure dell’inconscio che possono condizionare la nostra esistenza offuscando la luce della ragione.
Eppure, in un certo qual modo, siamo chiamati a diventare surfisti del Signore, dominando le onde del male che si agitano dentro e fuori di noi! Come? Imitando proprio il surfista. Come egli s’impone la disciplina di allenarsi ogni giorno a rimanere in piedi sulla tavola, così anche noi, ripetendo gli atti di bene quotidianamente, prendiamo l’habitus della virtù. Come il surfista esorcizza la paura applicandosi a conoscere sempre meglio la meteorologia per sfruttare al massimo la potenza del vento senza esserne sopraffatto così anche noi, attraverso la conoscenza profonda di noi stessi e lo studio delle verità della nostra fede, esorcizziamo tutte le paure e i pensieri mortiferi che spesso ondeggiano nell’abisso del nostro cuore!
Attraverso il lume della fede e della ragione, giungiamo a Dio, Logos Eterno, e sventiamo i tranelli e le illusioni del maligno.
“La quale fede, exercitata in virtú col lume della ragione (la quale ragione è illuminata da questo lume), vi dà vita e favi andare per la via della veritá, e con esso giognete a me, vero lume; e senza esso giognereste a la tenebre.”
(Santa Caterina da Siena, Dialogo della Divina Provvidenza).
La ragione salva sempre perché, parafrasando Benedetto XVI, agire secondo ragione è nella natura stessa di Dio. Essa, esercitata nello studio e illuminata dalla fede, ci permette di conoscere la realtà umano-divina con quello sguardo di luce che dà il nome giusto alle cose e ci rivela, attraverso le scienze umane, come siamo ossia come funzioniamo, e attraverso la teologia chi siamo ovvero figli amati dal Signore!
Allora coraggio amici e amiche, prendiamo la tavola da surf della Legge di Dio e, tenuti in equilibrio dall’ esercizio delle virtù nella Luce di Gesù Amore, lasciamoci spingere dal vento dello Spirito Santo che ci fa camminare sulle acque!
Rossella di Gesù