Dal vangelo secondo Matteo,
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Questo è davvero un anno speciale!
Infatti Papa Francesco ha voluto istituire l’anno 2021 quale anno dedicato a San Giuseppe.
Perciò oggi, in cui cade la sua festa liturgica, sono contento di lasciarvi qualche riflessione su questa figura, a partire anche dalla bellissima lettera apostolica Patris Corde dell’attuale pontefice.
Nelle prime pagine della sua lettera, papa Francesco ha ricordato che San Giuseppe è padre putativo di Gesù, uomo della presenza nascosta nelle difficoltà più grandi. Proprio perché si è posto al servizio dell’intero disegno salvifico e per aver convertito la sua umana vocazione ad un amore domestico e alla oblazione di sé, San Giuseppe è padre molto amato.

Rileggendo questi passi e insieme meditando il brano della Sacra Scrittura di oggi, mi sono venuti in mente due elementi importanti.
Innanzitutto Giuseppe è colui che su invito dell’angelo dà il nome a Gesù. Dare il nome nell’ottica ebraica è importantissimo.
Significa infatti generare una persona nell’identità e nella sua vocazione. Giuseppe perciò donando il nome di Gesù al bambino, dona anche a tutto il mondo una certezza. Che Dio in quel bambino ci ha salvato. Gesù infatti vuol dire Dio Salva. Giuseppe ricorda al mondo che c’è sempre bisogno della salvezza di Dio.
C’è poi una seconda riflessione: l’umile artigiano è lo sposo di Maria, la vergine profetizzata da Isaia che concepirà e partorirà un figlio. Inoltre, offre la paternità legale nella discendenza di Davide. In tal modo permette definitivamente che la profezia veterotestamentaria si avveri.
Giuseppe perciò è colui che fa da cerniera fra Antico e Nuovo Testamento. Giuseppe è cooperatore nell’Incarnazione del Verbo, mostrando al mondo che Dio esaudisce tutte le promesse di amore, serenità e pace.
Questo per noi è importante. Nel momento in cui tutti quanti siamo chiamati a diventare padri – nel matrimonio, nel sacerdozio o nella vita religiosa – teniamo presente questo essere cerniera di Giuseppe. Questa modalità cioè di farsi portatore di una verità più alta, di uscire dagli schematismi dell’egoismo e della propria visione. Il papà è l’uomo delle cerniere, che unisce dove il mondo divide, genera paura e ansia.
Un pensiero oggi a tutti i papà, specialmente al mio: ringraziamoli di essere stati per noi la cerniera fra Dio e noi.
Gesù dolce, Gesù amore
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
immagine fonte facebook.