« Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e gli darai nome Gesù.»
Luca 1,31
Quante volte abbiamo meditato questo brano, già a natale, ad esempio. Ma anche durante la festa dell’Annunciazione.
Un annuncio fortissimo quello dell’arcangelo a Maria. Sarai madre. Cosa avrà pensato quella ragazza quattordicenne?
Il teologo Andrea Mardegan ha provato ad immedesimarsi in Maria che riceveva questo annuncio.
Ecco allora i pensieri della giovane Maria:
« Il mio intuito non si era sbagliato: una cosa grandissima! Gesù significa salvatore. Il suo nome è dato da Dio. Quando si affacciava in me il desiderio di offrire a Dio di rinunciare alla maternità, lo facevo proprio per affrettare e per la venuta del Messia, rinunciando al bene più grande per una ragazza di Israele. Gli offrivo, per quell’attesa, l’umiliazione pubblica della sterilità. Tutti avrebbero detto: Dio non la ama. Nessuno avrebbe saputo nessuno, nessuno avrebbe saputo comprendere. Ma Dio me lo ispirava e mi chiedeva di tenere questo proposito solo per me e poi di condividerlo unicamente con Giuseppe. […]
Chiamata essere madre di colui che tutti aspettavano senza unirmi a un uomo.
Madre figlia dell’altissimo! »[1]
Quest’ultima frase mi ha colpito tantissimo. Credo davvero che Maria, al contempo madre e figlia, abbia sentito questa emozione dentro di sé.
Vediamo allora le azioni che l’arcangelo le affida. Innanzitutto una cura e una gestazione intima, a contatto stretto con il piccolo: concepire il figlio, darlo alla luce e donargli il nome Gesù.
Dare il nome ha un significato importantissimo. Gesù significa il salvatore. Letteralmente, “Dio salva”. Dare il nome al piccolo significava per Maria, aver capito a quale missione bella e tremenda era inviato suo figlio.
Così immaginiamo anche la vita nascosta di Gesù, dell’infanzia e adolescenza. Dai brani della rivelazione pubblica possiamo ricavare qualcosa sulla educazione del Signore. Maria infatti seguendo Giuseppe ha protetto Gesù dai pericoli di Erode, lo cresciuto ed educato secondo la fede ebraica. Ha avuto per lui una cura morale e pedagogica.
Ha dunque aiutato il Signore a scegliere liberamente e con responsabilità la vocazione a cui l’Eterno Padre lo ha inviato sulla terra. Maria è stata pienamente madre, pur non avendo generato fisicamente il Signore, perché come tutte le mamme ha dunque attuato una cura fisico anatomica e una cura morale e pedagogica.
Ha voluto riempire di senso e di compimento la vita di suo figlio, accompagnandolo sui sentieri della scoperta della verità, della bontà e della bellezza. Dunque ha accompagnato Gesù verso i sentieri voluti da Dio da sempre.
Oggi possiamo ricordare specialmente in preghiera le nostre mamme che sull’esempio di Maria ci hanno accompagnato fino alla nostra vocazione, permettendoci di scoprire la gioia di vivere la vita donata a Dio.
Gesù dolce, Gesù amore
fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
[1] Andrea Mardegan, Maria, il mio cuore svelato, Paoline, 109 – 112
Foto di Marjon Besteman da Pixabay
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