Più volte Gesù nel Vangelo mette alla prova la fede dell’uomo in Dio e nel figlio dell’uomo sia direttamente sia in modo indiretto. Il verbo che spesso ricorre è “vedere”.
- In Giovanni 20,1-9, quando Giovanni e Pietro entrano nel sepolcro, Giovanni “vide e credette”.
Ma Gesù mette alla prova la fede dell’uomo soprattutto in vita, interloquendo direttamente con chi l’ascolta.
- In Giovanni 20, 19-31, lo fa con Tommaso dicendo “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
- In Matteo 13, 10-17, spiegando ai discepoli perché si esprime in parabole, dice “Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!”.
- In Giovanni 1,45-51 a Natanaèle dice “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”.
- Infine in Matteo 12, 38-42 agli scribi ed ai farisei che volevano un segno da lui risponde “Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta”.
Basterebbe quindi la semplice lettura del Vangelo per avere fede in Gesù risorto, non è necessaria alcuna dimostrazione scientifica per giustificare l’evento posto a fondamento della nostra fede.
Ma non è così, pur pieni di fede in Dio siamo tutti, nella migliore delle ipotesi, siamo ancora Giovanni, Natanaèle e Tommaso, andando alla ricerca di conferme scientifiche della morte e risurrezione di Cristo Gesù. Ne è un chiaro esempio il libro “Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza” Edizioni Studio Domenicano-ESD, 2018 del dr. Franco Serafini, specialista in cardiologia.

Il dottor Serafini ripercorre gli studi effettuati dalla scienza sia su cinque miracoli eucaristici (Lanciano, il più antico, risalente a tredici secoli fa, Buenos Aires tra il 1992 ed il 1996, Tixtla in Messico del 2006, Sokółka in Polonia del 2008 e Legnica in Polonia del 2013) che sui teli della passione (la Sindone di Torino, il Sudario di Oviedo e la Tunica inconsutile di Argenteuil in Francia, che Gesù avrebbe indossato durante la salita al Calvario). Le ricerche sul tessuto muscolare presente nei miracoli eucaristici hanno mostrato un tessuto infiltrato di leucociti e danneggiato come se avesse subito un particolare tipo di infarto miocardico riscontrato in eventi violentemente stressanti. Se colleghiamo l’esito di queste ricerche alla “fotografia” della passione e morte di Gesù che è offerta dalla Sindone (suggerisco di guardare questo video “Chi è l’uomo della Sindone? – Mostra VIRTUALE Ateneo Pontificio Regina Apostolorum” https://www.youtube.com/watch?v=P8Kc-IkMU5A), il raffronto è suggestivo, perché anche il telo testimonia la morte di un uomo percosso, torturato e sottoposto a sevizie, morto fra inimmaginabili sofferenze.
Tra l’altro, quello che ricorre sia in alcuni dei cinque miracoli eucaristici (Lanciano e Tixtla) che in tutti i teli della passione è lo stesso gruppo sanguigno: il gruppo AB. Ancora più straordinario è il fatto che il gruppo AB, è un gruppo raro, presente oggi in Europa come in Palestina 2000 anni fa in non più del 5% della popolazione. Queste straordinarie manifestazioni, poiché abbiamo bisogno continuo di puntellare una fede costantemente traballante, ci rendono chiara l’idea della natura umana del Cristo, simile a noi tranne che nel peccato, e un corpo, violentemente sopraffatto nel momento di una morte così atroce. A suo modo, come tutti gli uomini, un “segno” del creatore per la perfezione della composizione e delle funzioni del corpo umano, assolutamente non riproducibile da esperti ingegneri in laboratori altamente tecnologici. Tuttavia, un uomo decisamente diverso dagli altri, perché appare del tutto casualmente in tempi e luoghi diversi, quasi giocando a “nascondino”, nei miracoli eucaristici, che lascia un’impronta simile ai raggi X sul Sacro Telo scomparendo nel nulla. Il “vedere” scientifico, al di là della semplice manifestazione sensoriale dei “segni” della morte e risurrezione di Cristo, svela dettagli sconvolgenti e carichi di ulteriori suggestioni che in definitiva non fanno altro che rendere più salda la nostra fede.
Giuseppe De Lorenzo
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