Benvenuti nella mia nuova recensione cari clubbers, dopo tanti mesi la vostra Ale è tornata!
Oggi vi parlerò di un film del 2022: Father Stu. La pellicola è la biografia di Stuart Ignatius Long, un ex pugile di Seattle divenuto presbitero nel 2007 e il ruolo del protagonista lo interpreta Mark Wahlberg.
Stuart Long è un uomo i cui passi sono guidati da Dio, anche se lui non se ne accorge minimamente, ogni cosa che accade nella sua vita è per un fine molto alto, inizialmente è un pugile che ha vinto il titolo dei pesi massimi per lo stato del Montana e che aspira alle alte vette dell’ olimpo pugilistico, ma una brutta infezione alla mascella gli impedisce di continuare a combattere. Così parte per Hollywood, convinto che verrà notato immediatamente da qualcuno del cinema che lo farà diventare un grande attore, lui ne è certo, è troppo bello per non fare il cinema! Ma di ingaggi non se ne vedono e così incomincia a lavorare come commesso in un negozio di alimentari. Qui viene folgorato da una ragazza, Carmen, una splendida messicana, che lui scopre però essere una fervente cattolica, addirittura fa la catechista , lui non è neanche battezzato, come fare?
Si iscrive al catechismo per ricevere il battesimo, così potrà vederla e fare breccia nel suo cuore, frequenta assiduamente la comunità e riesce a conquistare la donna, che vede pian piano nascere un nuovo Stu, decidono addirittura di sposarsi. Ma Dio ha altri piani per lui, lo sta guidando pian piano sulla strada che lo porterà alla santità dell’anima e del corpo. E il passo per avvicinarlo al suo destino sarà un brutto incidente motociclistico, ed è in quel momento che la sua fede diviene reale, tocca vette altissime, in quell’attimo comprende che dovrà dedicare la sua vita a Dio, il Suo amore è destinato a qualcuno di più grande, a Dio e alla Chiesa, vuole diventare sacerdote!
Entra in seminario, anche se i suoi superiori non sono molto convinti, e studia per divenire ciò che Dio ha desiderato per lui fin da quando era nel grembo di sua madre. Ma Dio non ha esaurito le prove per Stu, dopo una partita di basket in cui cade senza motivo, scopre di essere affetto dalla miosite da corpi inclusi, una malattia autoimmune rara ed incurabile che paralizzerá il suo corpo in poco tempo. Stu non capisce più cosa sta accadendo, era convinto di aver trovato la sua strada, di aver compreso i piani di Dio per la sua vita e ora questa malattia lo fa ricominciare da zero, in seminario gli dicono che non sarà possibile per lui diventare sacerdote.
Ma Dio è più grande di ogni ostacolo umano…
La difficoltà di questa pellicola è quella di far divenire un pochino troppo semplicistica la vita e la scelta di questo grande sacerdote, agli occhi di chi non crede o è scettico può sembrare un film hollywoodiano in cui si esagera con la fede. Ma questo film va invece visto da tutti: da chi ha sperimentato nella propria vita l’esperienza di Stu, quella di sentire che Dio ha guidato ogni suo passo per condurlo a Lui; da chi è ancora alla ricerca della propria strada; da chi ha paura perché è nella malattia e crede di essere divenuto solo uno “scarto” della società, qualcuno che non può più dare nulla ai fratelli e sorelle che gli sono accanto; da chi non crede o è scettico, Dio dimostra proprio nella storia di Stu di seguire strade che umanamente sembrano strane, chissà che non sia proprio un film a condurre a Lui la pecorella smarrita.
Mark Wahlberg ha investito molti dollari in questo film, è un uomo con una grande fede in Dio , ci ha creduto fin dall’inizio e sono d’accordo con lui, è un film con qualche pecca ma comunque un gran bel film e il vero Father Stu è stato veramente una luce per ogni sacerdote e per ogni fedele che
lo ha incontrato, guardando le sue interviste si può intravedere in lui la sofferenza di Cristo sulla croce.
Alessandra Fusco

Vero father Stu
Rispondi