Domenico di Guzmàn: “porta” per un desiderio universale. #domenico2021.

 « 7. In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 11.Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.  16. E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.»”

Dal vangelo secondo Giovanni 10, 7 – 11. 14 -16

Tutti quanti nella nostra vita abbiamo uno o più desideri. Piccoli e grandi. Tendiamo verso qualcosa, agogniamo di raggiungere un traguardo, e ringraziando Dio, quando lo raggiungiamo siamo felici e soddisfatti.

Ma questo difficilmente avviene soli: c’è sempre qualcuno che ci accompagna a questo!

Per noi frati dell’Ordine dei Predicatori, il santo padre fondatore San Domenico di Guzmàn si è reso colui che ha voluto prendere su di sé il desiderio più grande dei giovani che incontrava sul suo cammino, in un tempo bello, intenso ma anche incerto come il Medio Evo: il desiderio rendersi predicatori della parola di Dio, delle sue Sacre Verità che riempiono di gioia il cuore e donano serenità alla mente. San Domenico ha concretizzato materialmente questo desiderio, rendendosi porta e ingresso di tutti verso il Dio Trinitario, specialmente nella fondazione dell’Ordine dei Predicatori.

Questo ad onore del vero è anche il mio santo desiderio che il mio santo fondatore ha offerto a me nei suoi frati che conobbi qualche anno fa.  San Domenico i è resto dunque la porta della parola di Dio e aveva davanti a sé la lezione di Gesù Cristo sul buon Pastore.

Nei versetti di apertura leggiamo che Cristo è la porta definitiva che supera definitivamente tutte le altre alleanze: i patriarchi, giudici, i re e i profeti. Cristo è la nuova ed eterna alleanza che non verrà più superata. Chi non entra dalla porta di Cristo, non esce da sé stesso, i propri egoismi e rimane nella sua fragilità[1].  Gesù inaugura il nuovo e definitivo umanesimo: la capacità di superare cioè gli egoismi significa porsi al servizio di Dio e del prossimo per la vita e la salvezza di tutti.  Donare la vita per gli altri e per Dio mostra l’aspetto ecclesiale, sociale e anche diremo oggi globale. Il Signore infatti sa che ha delle pecorelle che sono chiamate a diventare un solo gregge cioè, entrare nella Chiesa mediante il battesimo. Quello di Cristo è un messaggio dalla portata antropologica universale: Cristo supera l’idea tipicamente ebraica che Dio salva solo Israele invece come pastore si rivolge anche ai pagani.[2]

San Domenico sentì fortemente questa chiamata: quando vide la città di Tolosa fuori dal recinto della fede cattolica, volle donare tutto sé stesso per riportarli nell’unità della Chiesa.

Ci doni il suo esempio un santo desiderio: secondo il nostro stato di vita, vivere al servizio di Dio per portare il prossimo alla Verità e alla Intimità con Dio.

Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP

Gesù dolce, Gesù amore

Foto di Gerd Altmann da Pixabay 


[1] E. Palma, Camminare nella verità, temi di antropologia giovannea, Cittadella editrice, 2020, 58.

[2] E. Palma, Ibidem, 59.

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