Ambizioso e coraggioso progetto narrativo, il videogioco Assassin’s Creed Valhalla affonda le radici nel cuore di Eivor, guerriero vichingo che dalle gelide coste della Norvegia approda, col suo Jarl (titolo scandinavo grossomodo pari al conte o duca) e fratello in spirito Sigurd, nelle lande della vecchia Inghilterra del IX secolo d.C., frastagliata e suddivisa in vari domini e piccoli regni.
Dal nuovo insediamento di Ravensthorpe, Eivor è il protagonista di suggestive Saghe dove sarà impegnato a conquistare l’alleanza del signore o del luogotenente di un determinato territorio, svolgendo la funzione a volte di paciere, a volte di mediatore interculturale ante litteram. Assassin’s Creed Valhalla non è solo un videogioco, ma un excursus nell’antica cultura inglese fatta di dei pagani, primi approcci del cristianesimo, rune e riti propiziatori dove le nuove alleanze tra i vichinghi e le popolazioni locali daranno un nuovo assetto politico alla regione, senza mai far venir meno la serpeggiante ed eterna faida tra gli Occulti (poi noti come Assassini) e l’Ordine degli Antichi.
Una trovata funzionale a livello di gameplay e perfettamente integrata nella tradizione di Assassin’s Creed riguarda la cura maniacale di Ubisoft nella realizzazione dei periodi storici: come fu per Ezio Auditore nella Firenze rinascimentale e Bayek immerso nella mitologia egizia, non sorprende ritrovarsi davanti ad una ricostruzione storica estremamente accurata: dalle acconciature e alle barbe tipiche dei vichinghi, fino ai banchetti nelle case lunghe, passando alle armature ricche di dettagli, per non parlare dei riferimenti importanti della mitologia nordica, da Odino a Thor da Loki a Freya.
Un “viaggio” è la definizione giusta per questo videogame: un viaggio di esplorazione dell’ignoto, un viaggio di arricchimento spirituale e culturale, un viaggio di conquista, un viaggio di diplomazia, un viaggio interiore e meditativo; dunque non solo razzie e assedi, ma scoperta e accettazione del diverso, dello straniero e del nuovo che non spaventa ma rafforza le proprie certezze con nuove prospettive.
Chiara Damia
Immagini licenza creative commons.
Mi piacciono gli articoli sui videogiochi… Sono un’appassionata! Questo credo di non averlo mai giocato!
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Bravissima NeuroLaura! In realtà secondo me I video games hanno una ermeneutica tutta loro che va capita e proposta
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