Siamo nell’ormai lontano 2004 quando la joint venture fra Crytek e Ubisoft rilascia un videogioco che sarà il capostipite di una serie fortunatissima di sequel: Far Cry. Il primo mattone di questa famiglia getterà le fondamenta per i tratti distintivi e peculiari di questi videogiochi, dall’estrema libertà vissuta dal personaggio nell’interazione con se stesso e con l’ambiente, alla trascinante esperienza in prima persona fino al coinvolgimento emotivo dello spettatore catturato sia dalla grafica limpida e vivida sia dalle vicende dei protagonisti che si sono susseguiti col passare degli anni. La trama fil rouge dei vari Far Cry segue lo schema dell’eroe ribelle che si scontra col tiranno sanguinario che domina un determinato luogo, una foresta tropicale piuttosto che un’isola, mentre la sua crescita come persona e come guerriero si affina grazie agli incontri con vari personaggi che diventeranno alleati e punti di riferimento per la lotta contro il potere ingiusto e oppressivo.
Il quinto capitolo della saga, Far Cry 5, va oltre ciò che è stato appena descritto: l’accuratezza della trama della storia, la cura nella caratterizzazione dei personaggi e l’impatto emotivo che colpisce il giocatore durante le sessioni portano questo videogioco ad inglobare lo spettatore nelle tragedie e nelle vittorie dei protagonisti facendolo ridere e piangere a seconda delle situazioni.
Far Cry 5 è ambientato nell’immaginaria regione degli Stati Uniti di Hope County, nel Montana, dove opera un predicatore di stampo religioso. Anzi il predicatore per eccellenza, il profeta conosciuto come Il Padre Joseph Seed che ha preso il potere creando la setta Eden’s Gate tramite la quale, usando violenza e coercizione in una concezione militaristica di culto, pretende di guidare la popolazione verso la salvezza dalla catastrofe che Dio stesso gli avrebbe profetizzato. Questo clima millenaristico ed escatologico viene accentuato dai suoi fratelli e adepti: John Seed, dedito alla purificazione dai peccati tramite la tortura, Jacob Seed, in vista della catastrofe profetizzata da Joseph “sfoltisce il bestiame”, uccidendo tutti coloro che non vogliono unirsi alla setta, Faith Seed, cerca di “ammansire” i seguaci tramite il Gaudio, una sostanza allucinogena derivata da piantagioni.
Simile ai suoi predecessori, Far Cry5 vede svilupparsi in un Open World visivamente e dettagliatamente ricco, dove il protagonista, giocando in prima persona, ricopre il ruolo di Vice Sceriffo che interagisce con un ventaglio di personaggi che si contrappongono alla dittatura imposta da Joseph Seed formando un compatto organismo di resistenza e alleanze volte a scardinare l’oligarchia dei fratelli Seed.

Un videogioco che abbiamo provato di persona. Abbiamo tentato di rileggerne insieme alcuni significati spirituali e teologici. Chiaramente l’intento primario degli sviluppatori non era costrurire una trama impostata e fondata su una riflessione spirituale. Ma crediamo se ne possano offrire diversi spunti.
Innanzitutto l’azione di John Seed che purifica col fuoco, incidendo sulla pelle dei presente e così eliminando completamente il male. Affinchè non torni mai più. Affinche insieme al male si estirpi un pò anche dell’umano in noi. Per essere più liberi dal male, e da chi lo genera: cioè l’uomo, la sua pelle, la sua materia. Qui ci sembra di leggere una forma di catarismo, un dualismo gnostico di cui anche papa Francesco parla ogni volta che cita S. Ireneo. Dunque John mostra la radicalità erronea, più violenta, più cruda del non voler accogliere le proprie fragilità e rimuoverle senza averne compreso la causa, le modalità di anticiparle per evitare di ripeterle: in questa visione, manca completamente il senso di grazia redentiva ed elevativa.
C’è un senso dunque millenaristico e che richiama l’esperienza dei preppers: questo ci può aiutare a cogliere invece il vero senso dell’escatologia: un senso che non è quello settario ma comunitario e aperto all’altro.
In questo senso, la setta di è una chiesa rovesciata, che non accoglie in modo comunionale ma costringe.
Pur tuttavia è una ottima occasione per entrare nel senso cattolico dell’escatologia stringendo il joypad: una escatologia che è ad un tempo tensione, combattimento alla vita eterna e ad un altro, accoglienza di un amore più grande.
Chiara Damia – Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
Rispondi