Dal vangelo secondo Matteo
4, 4 Gesù disse: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Cari clubbers, bentrovati! Come scritto nell’articolo sulla teologia del cenone, ci siamo ricordati del Festeggiato? Spero vivamente di si. Per non cadere in un mangiare vuoto e privo di senso, poniamo sempre il Signore al centro. Perché Lui è vero, unico cibo e pane. Probabilmente abbiamo anche mangiato tanti manicaretti e prelibatezze cucinate da mogli, madri, nonne, zie… clubbers avete pensato di offrirne qualcuno al vostro Gabrio? Speriamo di si.
Una delle gradite… regalie di fine Natale.
Come abbiamo ampiamente provato in queste due settimane, il sostentamento degli uomini viene sempre da una ricezione esterna. Specialmente il sostentamento di grazia, che ci viene offerta da Dio, e con la quale possiamo vivere in modo santo, bello e coinvolgente. Dunque, con l’aiuto della amica biblista Rosalba Manes, in queste settimane vorrei soffermarvi insieme a voi a riflettere sul cibo nella bibbia. Si cari amici, per farci venire un’acquolina in bocca davvero sacra e santa.
E vedrete: avrete davvero delle belle sorprese… culinarie…
Ma se pensiamo alla tavola imbandita dell’Ultima Cena, alimenti ebraici con l’aggiunta di pane e vino troviamo innanzitutto alcune caratteristiche del cibo: innanzitutto la dinamicità, poiché il cibo implica coltivazione, raccolta, produzione e cottura. In secondo luogo relazionalità: il cibo si condivide sempre, si mette in relazione con altri commensali, specialmente guardandosi in volto.
Ecco dunque allora come questi tre elementi del cibo richiamano anche la nostra condizione di battezzati: una vita di fede dinamica, sempre pronta a rispondere a nuove sfide che il Signore ci chiede di affrontare. Al tempo stesso una vita di fede relazionale, ecclesiale in cui ciascuno si lascia guidare dalla comunità e dalla Chiesa e al tempo stesso sollecita la comunità con la propria bellezza e unicità. Tutto questo è condito dal volto, dono di Dio con cui guardiamo il Signore, specialmente in una adorazione, e insieme gli altri e ci affidiamo a loro.
Ecco allora tutti gli ingredienti per iniziare a condire il 2020 e renderlo davvero un anno speziato e pepato dall’amore di Dio.
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
Gesù dolce, Gesù amore