Iphone 14: tra grazia, vita e morte. #lanternadelcercatore #teologiadigitale

Lo scorso 7 settembre, ho assistito all’Apple Release del 2022 in cui sono stati presentati nuovi dispositivi, tra cui l’IPhone 14, l’ultimo modello, e appena ho ascoltato le nuove caratteristiche dello smartphone della industria di Cupertino sono rimasto sbigottito.

L’IPhone 14 sembra quasi gettarci in mezzo ad in una riflessione sulla grazia, sulla vita e sulla morte; clubbers, oggi il digitale, ancora una volta, ci invita ad una riflessione teologica.

Ma… andiamo con ordine.

Innanzitutto, per i non iphonizzati o conoscitori di questo tipo di apparecchio, c’è da dire che i prosecutori delle idee di Steve Jobs sono molto attenti alla cura del marketing e alla visibilità dei loro prodotti.

Qualcuno a Roma direbbe, “te credo. So’ americani”.

Sì, direi, ma non solo per questo ma perché a Cupertino credono molto nelle idee che sono dietro i loro dispositivi e, dunque, ogni anno organizzano un cosiddetto Apple Release.

Che cos’è un Apple Release, che potremmo tradurre con Rilascio Apple?

Stando al sito ufficiale, https://www.apple.com/apple-events/ ,esso consiste in diversi eventi nell’arco di un anno solare in cui semplicemente vengono presentati, in pompa magna e in modo forzatamente scenografico, i nuovi prodotti Apple.

Ok e questa era forse la parte più semplice.

Come dicevo all’inizio, l’ultimo Apple Release ha rilasciato, insieme a diversi modelli, anche il nuovo modello di Iphone, il 14.

Per chi è curioso e vuole seguire la Release, ecco il link ufficiale:

Sintetizzando molto, direi che il nuovo dispositivo ha almeno tre caratteristiche innovative che introducono anche la nostra riflessione.

In primis, è stato ingegnerizzato con un crash detection,  cioè, il telefono è in grado di cogliere il cambiamento brusco della velocità a cui stiamo marciando in auto o moto . Laddove ci fosse una frenata brusca, l’IPhone ci interrogherebbe sul possibile coinvolgimento in un incidente stradale e ci permetterebbe di chiamare i soccorsi col semplice comando vocale.

In secondo luogo, ha un sensore interno che, basandosi sulla App Salute, è in grado di aiutare la donna per il calcolo del ciclo e per i periodi di fertilità.

Infine, per ora solo negli Stati Uniti e in Canada, è stata introdotta la funzione di richiesta soccorsi anche se il telefono non ha campo e non è agganciato a nessuna rete internet. Il modo di chiedere aiuto è davvero pioneristico: infatti l’IPhone è in grado di interfacciarsi con un satellite che gravita intorno al nostro pianeta e indicare la posizione di chi chiede aiuto. Il satellite, poi, riferirà ai soccorritori la nostra posizione. 

Specialmente quest’ultimo implemento mi ha davvero sbalordito. Per me che, come sapete, non ho una laurea in materie scientifiche ma mi sono addentrato in questo mondo ancora di più dal Lockdown 2020 con la nostra campagna per l’Italia dei Figli del Tuono.

Fr Gabrio e l’ing. Tom Gruber, sviluppatore Apple della tecnologia Siri, in un incontro Optic a Santa Maria sopra Minerva in Dicembre 2015

Continuo a scoprire nuovi mondi e orizzonti. La tecnologia oggi mette in collegamento un singolo utente, oltre che col mondo intero, adesso anche con un satellite e dunque con lo spazio.

Ma dobbiamo ricordarci che questa non è una novità per noi. Il mondo digitale ci ricorda che le nostre capacità di relazione sono davvero estese quasi all’infinito perché, in quanto figli di Dio e battezzati, siamo in relazione con lui che è l’Eterno; con Padre, Figlio e Spirito Santo tre persone e un unico Dio.

L’IPhone 14 – da alcuni chiamato il Melafonino dalla casa produttrice Apple – con le tre nuove funzioni sopracitate ci aiuta a ricordare almeno tre punti fondamentali della nostra fede.

Il crash detection ci ricorda che la vita pone degli imprevisti, che tutti quanti abbiamo un limite che non possiamo valicare: la morte stessa, che può giungere in modo imprevisto e tragicamente inatteso. Il nostro Melafonino può segnalare che siamo incappati in un incidente stradale e forse quello è il momento del riposo eterno, che Gesù stesso per primo ha vissuto. Quello che un tempo era il novissimo della morte, assume oggi una caratteristica diversa. Ci chiede allerta, attenzione e vigilanza nel preservare la nostra vita, da un lato, come dono di Dio, dall’altro ci chiede anche di accettare che questo tempo che viviamo biologicamente finirà e ci si aprirà la vita eterna! Gesù ci ha donato questo perché:

« Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi » (Rm 8,11)

Di segno totalmente opposto è la seconda funzione di IOS 16: l’esame del ciclo mestruale e dei periodi fertili; prima della morte, quindi, l’origine della nostra vita, dono ricevuto ad un tempo dai nostri genitori che unendosi in un atto di amore unitivo e donativo, hanno anche donato a noi la nostra vita. Prima di tutto è dono di Dio che ci ha infuso l’anima, la forma sostanziale e ci ha chiesto di partecipare ad un progetto di santità universale, di carità per gli altri e con gli altri.

Cone dice Isaia in un passo importantissimo:

Isaia, 49, 1 -2

1 Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome.
2 Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.

Sin dal grembo materno siamo chiamati ad essere frecce appuntite, non per ferire a morte, ma per “conficcare” nel cuore del mondo la parola di vita di Gesù Cristo.

Infine, la terza funzione, la richiesta d’aiuto tramite satellite quando si è isolati da tutto e tutti; una richiesta di aiuto che noi facciamo al cielo quando tutti ci hanno lasciati soli. Dio, da molto più in alto di un satellite, ci offre volentieri il suo aiuto.

L’Eterno Padre lo fece già con Gesù nel Getsemani:

Luca 22, 42 «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43 Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.

Il primo soccorso invisibile che il Signore ci manda nelle difficoltà è il nostro angelo custode il quale, come recitiamo spesso, custodisce, regge, governa tutti noi aiutandoci ad attivare ed allenare le nostre virtù.

Senza la nostra responsabilità e libertà che si esercita tramite esse, nessuna sofferenza o difficoltà può essere superata.

 Ancora di più c’è un principio fondamentale di aiuto, il mezzo necessario per diventare santi e per affrontare le difficoltà consapevoli di non essere soli : la grazia inviata da Dio con la quale cooperiamo insieme alle necessarie virtù.

La grazia è la partecipazione della vita e natura divina nell’uomo.

In tutti noi, e specificamente nell’anima, può “farsi spazio spiritualmente” dunque tutta la Trinità.

Con quell’aiuto fondamentale, il Signore ci permette sia di superare i nostri momenti difficili che di guardarli con uno sguardo superiore che si proietta  non solo per cercare un satellite (a patto che possa essere visto ad occhio nudo), ma per guardare dall’alto tutte le cose.

Tutte le circostanze e difficoltà quotidiane che viviamo vengono, tramite la grazia, assimilate ed elevate a cammino di crescita spirituale ed umana.

Su questo ultimo punto, in effetti,  ci vorrebbe un IPhone che ci aiuti non solo a lanciare un S.O.S. satellitare all’uomo ma che ci aiuti a chiedere la grazia.

In effetti, non c’è bisogno di uno strumento e digitale: abbiamo i sacramenti e la preghiera che ci fanno aprire il cuore al Signore!

Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP

Gesù dolce, Gesù amore

In copertina: Apple Park a Cupertina, sede centrale della Apple.

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