Dagli Atti degli apostoli,
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Ho studiato inglese in Irlanda. Così ho scoperto che il 26 dicembre in Gran Bretagna e Irlanda si celebra il Boxing Day: è il giorno delle scatole. Di queste scatole ci sono varie spiegazioni: esse sono ripiene di doni per i poveri e lasciate nelle chiese per beneficenza. In un’altra tradizione, invece, si tratta di un dono dall’aristocrazia alla loro servitù: dunque è un regalo di ringraziamento fatto al maggiordomo, o alla cuoca, dal datore di lavoro che insieme offre un giorno di ferie. Visto che siamo in periodo freddo, insieme anche dono di un buon thè, cari clubbers.
Anche per noi, di tradizione italiana, oggi è il giorno del dono. Non era già Natale, in cui il Dono più grande era Gesù, il Verbo Incarnato? Certo! Ma oggi abbiamo qualcuno vicino a noi, che ci mostra come essere doni nel Dono. Questo qualcuno è Santo Stefano, primo partire a causa di Gesù.
Lorenzo Lotto, Martirio di Santo Stefano.
Di Stefano, non si sa molto: diacono, di origine ebraica ma di cultura greca. Sappiamo anche che il mandante del suo martirio avvenuto tramite lapidazione fu proprio Saulo di Tarso. Biblicamente gli atti però ci spiegano perché Stefano viene martirizzato.
Nel testo di apertura dell’articolo, vediamo che tutti sono infastiditi del suo essere pieno di Spirito Santo: cioè della coerenza fra credo, professione di ciò che crede poi trasporlo concretamente nella sua vita. Stefano ha saputo dunque cogliere uno sguardo diverso su tutte le cose: contempla il Figlio di Dio alla destra del Padre. Professa la verità principale della fede: sedere alla destra del padre vuol dire riconoscere che Cristo è Figlio di Dio, nato proprio nella notte di Natale, con la forza, l’autorità e la natura del Padre. Stefano non ha paura di testimoniarlo in parole ed opere. E di dare anche la vita, per il Figlio Gesù che quella vita gliel’ha capovolta: riempita di un immenso senso profondo. Oggi Stefano forse, passerebbe come un fondamentalista religioso, bigotto, persona irrazionale che pretende di vivere coerentemente secondo il suo credo.
Invece no cari Clubbers; davvero il primo Martire è colui che ha saputo farsi servitore della Chiesa e della Sua Verità. Non un violento irrazionale. Ma un innamorato del Divino Bambino, di Colui che gli ha donato tutto e cui vuole donare tutto, fino alla fine.
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
Gesù dolce, Gesù amore.
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