Il gran visir del pane. #ciborium

Dal libro della Genesi

41,53 Poi finirono i sette anni di abbondanza nel paese d’Egitto 54 e cominciarono i sette anni di carestia, come aveva detto Giuseppe. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto l’Egitto c’era il pane. »56 La carestia dominava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e vendette il grano agli Egiziani, mentre la carestia si aggravava in Egitto. 57 E da tutti i paesi venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra.

42, 3 Allora i dieci fratelli di Giuseppe scesero per acquistare il frumento in Egitto 7. 7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro, parlò duramente e disse: «Di dove siete venuti?». Risposero: «Dal paese di Canaan per comperare viveri»

 

Noi millennials, non abbiamo mai sperimentato le carestie, ringraziando Dio. Mi auguro che pochi di voi, cari clubbers, abbiano dovuto superare la prova della mancanza di cibo. Mia nonna mi raccontava che durante la seconda guerra mondiale, tutto era razionato. Da mangiare c’era poco e niente. Fortunatamente avevano i campi. E fortunatamente avevano tanti fratelli. Il cibo veniva coltivato e condiviso, al di là della tessera annonaria: il cibo era coltivato insieme al loro amore fraterno. Mentre là fuori impazzava la più terribile esperienza di odio e di divisione che l’uomo potesse mai conoscere.

 

 

4.Pio XII dopo il bombardamento di San Lorenzo.jpeg

Papa Pacelli abbraccia i suoi romani,dopo il bombardamenti di san lorenzo.

 

È questa anche la storia presente nella Genesi, nel ciclo dedicato al patriarca Giuseppe, di cui ho riportato una lunga pericope. Odiato e venduto dai suoi fratelli, Giuseppe fugge in Egitto, ed essendo un bravissimo organizzatore, viene nominato visir dal faraone. Cioè amministratore ed economo. Giuseppe è davvero saggio ed è in grado di prevenire una terribile carestia, ammassando, in tempi di vacche grasse, grano nei grandi depositi egiziani. Il grano, elemento base di tutta l’alimentazione, per fare, tra le altre cose, il pane. Così nel momento della fame, tutti corrono in Egitto da Giuseppe, per avere qualcosa di cui sfamarsi. Anche i famosi fratelli che lo odiano, vanno da Israele. Non lo riconoscono e gli chiedono pane di che mangiare. Giuseppe finge di non riconoscerli. Non per cattiveria. Perché vuole innanzitutto donargli un pane buttato via. Quello della fratellanza. Vuole nutrirli di quella fratellanza perduta, buttata alle ortiche, perché senza di essa, anche tonnellate di mangiare sono inutili. Così finge di non vederli. E ricucirà quel rapporto mancato fino ad essere custode di chi lo ha tanto odiato.

Il grano e il pane è allora il cibo della fraternità. La chiesa che è il luogo in cui ci cibiamo del Corpo di Cristo, è il luogo che nel Suo Pane Eterno diventa luogo della fraternità. Dove nel Suo Battesimo, anche l’inimiciza profonda fra Dio e l’Uomo è frantumata. Dove nel sacramento della Penitenza, l’inimicizia mortale fra Dio, l’uomo e gli altri uomini è sanata. La Chiesa è il luogo donato da Gesù dove è possibile la fraternità nella grazia, la fraternità nella carità, la fraternità nel perdono che getta ponti dovunque.

Ricordiamoci questo. Siamo clubbers cattolici: nel nostro dna c’è il desiderio di un grano che ci dona la fragranza dell’eternità. Uniti e convinti.

 

Cari clubbers, se vi siete leccati i baffi con il brasato al vino, oggi vi propongo un’altra ricetta buonissima!

POLPETTE DI PANE PROVOLA E SPECK

polpette di pane.jpg

 

Ingredienti

500 g  Pane raffermo

250 ml  Latte intero

1 Uova medio

50 g Grana Padano DOP da grattugiare

100 gr di speck a cubetti

100 gr di provola a cubetti

1 ciuffo Prezzemolo

1 cucchiaio Olio extravergine d’oliva

1 spicchio Aglio

Sale fino q.b.

Per la panatura

1 Uova medio

Pangrattato q.b.

Sale fino q.b.

Per friggere

Olio di semi di arachide q.b.

Per preparare le polpette di pane, iniziate gli ingredienti per l’impasto: tritate finemente il ciuffo di prezzemolo e tenetelo da parte. Poi prendete 500 grammi di pane fresco, dividetelo a metà, tagliatelo a fette e privatelo della crosta.

Quindi riducete la mollica, poi in una ciotola capiente versate il latte, aggiungete i cubi di mollica e lasciateli in ammollo per alcuni minuti, schiacciandoli con una forchetta.

Quando la mollica avrà assorbito tutto il latte aggiungete l’uovo e il formaggio grattugiato.

Poi versate il prezzemolo tritato finemente in precedenza e l’aglio anch’esso tritato, i cubetti di speck e di provola, aggiungete l’olio, salate e pepate a piacere, quindi iniziate a mescolare con le mani.

Quando avrete amalgamato tutti gli ingredienti, iniziate a dare forma alle polpette, a questo punto in una ciotolina versate il pangrattato e in un’altra sbattete l’uovo con un pizzico di sale.

 Poi immergete ciascuna polpetta prima nell’uovo sbattuto e poi passatela nel pangrattato, facendo aderire bene la panatura tutta intorno.

 

In una pentola capiente scaldate abbondante olio di semi, dopo circa 2 minuti immergete un pizzico di pangrattato nell’olio e se sfrigola allora è pronto per friggere e potete immergervi poche polpette alla volta nell’olio bollente, quando saranno ben dorate, scolatele con una schiumarola e adagiatele su un vassoio foderato con carta assorbente.

A questo punto potete servire le vostre polpette di pane ben calde.

BUON APPETITO!

 

Alessandra Fusco

Fr. Gabriele Giordano M. Scardocci OP

 

Gesù dolce, Gesù amore

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