Innumerevoli, i frutti salutari
della tua grazia
che, sempre e senza limiti,
il mio favore moltiplichi,
così accrescendo il debito
che ho verso di te:
tra questi e soprattutto lo spettacolo
della passione che ti sei scelto.
la palma della mano che raduna
tutte le anime,
e che crea tutti gli esseri,
tu la inchiodata allo strumento di morte,
al segno della croce,
spezzando la mia audacia
di uomo sventurato che si oppone
alla tua volontà.
i tuoi piedi Vitali,
che camminano insieme,
li hai confitti sul legno del supplizio
per la mia indisciplina,
per domare,
in tua Misericordia,
il mio ardore selvaggio:
infelice che sono! [1]
Primo insieme di ottave incentrato sulla grazia che si moltiplica in favore dell’uomo.
Secondo Narek questo è un debito che l’uomo non potrà mai colmare perché troppo grande il divario tra ciò che si ritiene l’autore della grazia, Dio, lo spettacolo dei doni che si effondono da essa e l’uomo che li riceve. Questi versi circa l’immagine del palo delle mani inchiodato allo “strumento di morte”, alla croce richiamano anche il senso della creazione. Infatti quella stessa mano creatrice e onnipotente è ferma su quel legno per riscattare la mia mano. Questo spezza l’audacia dell’uomo, le nostre audacie: perché la mano è strumento di bene ma anche di male. che può aprirsi per servire oppure per opporsi alla sua volontà e quindi compiere ciò che è male. Stessa idea scorre dietro l’immagine dei piedi che accompagnano i nostri passi. Inchiodati per domare quei nostri passi sbagliati, che vanno in tutte le direzioni fuorchè nella sua strada.
È la misericordia che divana completamente il divario fra noi e Lui.
Dunque la grazia feconda l’uomo perché Dalla passione di Cristo viene la grazia che ripulisce l’anima rendendola pronta a generare carità.
Vediamo.
La passione di Cristo è ciò che è motore anche di tutti i sacramenti e specialmente l’Eucarestia dove viene ripresentata, che abitandoci divinizza l’uomo. Chi dona Dio al mondo è agli altri, ne concludiamo, è perché prima gli è stato donato Dio dalla Chiesa e dagli altri credendo. In tal modo chi accoglie Gesù genera lo Spirito negli altri Perché è generato dallo Spirito
Dunque ancora oggi la passione è feconda e generatrice.
Nei sacramenti che quando sono amministrati validamente e se ovviamente la persona che le riceve ha le giuste condizioni si dice proprio che sono fecondi. Per questo che i consacrati siamo generatori dello Spirito Perché aiutiamo le persone a vivere e ricevere bene i sacramenti in modo fecondo
Questa fecondità avviene anche grazie alla Parola; infatti l’unione con la Parola permette di diventare davvero una Parola incarnata per l’altro, quindi annuncio che si rende fecondo. Viene da un rapporto intimo fra noi e la Parola, perché è coltivare quel dialogo di amore col Signore che poi nutre anche i sacramenti. C’è uno scambio spirituale e intellettuale che è complementare: vivere i sacramenti attingendo la Parola, vivere la parola attingendo i Sacramenti. Mi sembra che questo sia davvero ciò che si realizza nell’Ordine dei Predicatori, ed anche nel matrimonio, dove marito e moglie, padre e madre non hanno la stessa missione, ma sono uniti nella missione comune di donare la vita e la fede ai figli e alla Chiesa. È una via di bellezza che non deve venire mai meno!
Perché la passione è uno spettacolo? Plausibilmente perché è ciò che è stato visto. Ammetto clubbers di non conoscere l’armeno 😃 Ma mi sembra che qui si possa leggere l’idea della teologia balthasariana del dramma. Che cos’è il dramma? Il dramma in greco è l’azione sul palco dell’eroe che agisce nello spettacolo.
È lo spettacolo più crudo ma ad un tempo lo spettacolo di Bellezza. È lo spettacolo del dono di grazia smisurato che ci viene fatto proprio in quel momento che di bellezza sembra apparentemente non avere nulla; e invece lo diventa proprio per il dono di grazia: lo spettacolo di chi si dona fino alla fine
Lo spettacolo perchè alla fine è un dramma di una Bellezza straordinaria. Infine Narek scrive “che ti sei scelto”…la libertà estrema di questo gesto, di chi ha voluto tutto questo non per costrizione, ma per l’amore che ha per noi creature.
Dopo la lettura di questo primo brano, mi rimangono fisse due idee su cui meditare: la bellezza dell’amore fino al dono di sé. Questa bellezza si fa presente ancora oggi nell’Eucarestia come rendimento di grazie per quel dono.
Preghiamoci insieme
Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP
[1] Testi tradotti in Gregorio di Narek, Come croce nella Pietra, Buc, San Paolo, 2015, pp 90 – 92.