19 dicembre. La visitazione: una fretta premurosa. giorno 4. #novenaclub2021

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.

Il brano della visitazione di oggi ci mostra Maria che di fretta si muove verso la casa di sua cugina. Perché questa fretta? Perché c’è una certa ansia di incontrare chi si ama, quando si è effusi dall’amore di Dio. Era proprio il caso di Maria, che aveva ricevuto poco tempo prima l’annuncio dell’Angelo ed era ormai incinta di Gesù. Maria dunque colmata dell’amore di Gesù corre incontro a sua cugina.

Scriveva Sant’Ambrogio a proposito di questa fretta mariana:

“Maria si avvicinò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell’annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze.”

(Dal «Commento su san Luca» 2, 19. 22-23. 26-27; CCL 14, 39-42)

Questo ci permette anche di riflettere e meditare sul grande dono della divina Maternità di Maria. Maria è davvero Madre di Dio Cristo, e non solo dell’uomo Gesù Cristo.

Il concepimento di Gesù, ci insegna la fede, avviene senza concorso d’uomo, ma grazia all’azione di Dio che trasferisce il Logos direttamente nel grembo di Maria, ed ella così rimane vergine e allo stesso tempo madre.

La santissima ancella di Nazareth dal canto suo accoglie con amore, cura e devozione questo figlio, sapendo che lo accompagna ad una missione specialissima. Sapendo che quel figlio, con cui ha avuto un contatto così intimo e al quale ha donato il santo corpo, non è totalmente suo: è suo perché dono di Dio per l’intera umanità.

Nonostante questo Maria non si sente espropriata. Per questo ha fretta, corre, viaggia lontano da casa sua. E continuamente e senza fine ama questo figlio.

È bellissimo questo rapporto così dolce e affettuoso verso quel Figlio, che ha anche la doppia natura umano divina. Davvero una ragazzina di quattordici anni, modello di ogni credente, aveva capito come accogliere il Signore della vita, e così si pone come modello di ogni madre.

Il Signore ama i piccoli perché si è fatto piccolo con noi. Impariamo ad accogliere ogni vita, proprio perché siamo tutti chiesa e in quanto tale siamo tutti un po’ madre del nostro prossimo.

Fr Gabriele Giordano M. Scardocci OP

Gesù dolce, Gesù amore

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